Danni all’economia ed al tessuto industriale veronese e veneto

Con il decreto direttoriale pubblicato oggi 7 novembre, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso ha comunicato lesaurimento delle risorse disponibili per la misura Transizione 5.0.

Le risorse energetiche REPowerEU, anche in seguito alla revisione del PNRR (piano destinato al rilancio dell’economia post pandemica e alla modernizzazione del Paese) in fase di approvazione all’Ecofin entro il 23 novembre, risultano interamente assorbite dalle comunicazioni presentate dalle imprese.

Infatti sono state ridotte dai 6,3 a 2,5 miliardi. Enormi i danni al comparto produttivo che sta inviando alMinistero delle Imprese e del Made in Italy richieste di chiarimenti.

Certo resta garantita la possibilità di presentare nuove domande fino al 31 dicembre, ma le comunicazioni di prenotazione trasmesse a partire da oggi 7 novembre 2025, saranno sì considerate valide e daranno luogo al rilascio di una ricevuta, tuttavia verranno finanziate soltanto se vi sarà una nuova disponibilità finanziaria, derivante dallo scorrimento delle domande o dall’attivazione di ulteriori risorse, il che genera un problema enorme all’intero sistema manifatturiero italiano.

Da sin. Danese Urso Bricolo ©Veronafiere EnneviFoto
Urso a Veronafiere

Le nuove prenotazioni, ancora possibili fino al 31 dicembre di quest’anno, verranno gestite in ordine cronologico in caso di disponibilità di nuove risorse.

Alla luce di queste scelte torna sempre più attuale il problema del sistema burocratico europeo ed italiano. Per le imprese, infatti, diventa difficile programmare gli investimenti, poiché non vi è più certezza normativa. Nemmeno le leggi approvate e finanziate, come il Piano Transizione 5.0, che prevedeva l’ammissibilità degli investimenti a partire dal 1° gennaio 2024, vengono mantenute sino alla loro naturale scadenza. 

Transizione? Ma non così

La Commissione Europea, avulsa dall’economia reale, impone al governo italiano di rimodulare i budget e di cancellare leggi già scritte, creando così danni a tutte le nostre imprese.

Dal Governo Italiano, per di più un governo di destra, ci si aspetta una reazione a tutela delle nostre imprese e della nostra manifattura, che è quella che ha creato e crea ricchezza.

Non si può e non si deve chinare la testa dinnanzi alle regole europee, soprattutto se sono dannose per l’economia e quindi conseguentemente per aziende, famiglie e cittadini. 

Se non verranno trovate risorse aggiuntive, si rischia che molte aziende, che hanno già avviato gli investimenti tra il 2024 e il 2025, e ormai concluso gli stessi, si ritrovino a non poter beneficiare del credito che loro spetta. Ciò perché non hanno ancora fatto la comunicazione ex ante, che però per legge era garantita sino al 31.12.2025, con piena copertura di risorse e persino con l’impegno da parte del GSE, di comunicare con anticipo l’approssimarsi dell’esaurimento delle risorse.

L’assenza di regole certe crea instabilità e incertezza e mette in difficoltà molte aziende che devono fermare gli investimenti se non concluderli con risorse proprie. Col rischio di problemi finanziari o di default a catena sull’intera catena produttiva italiana.

Si auspica che ci sia subito uno sforzo importante da parte del Ministero dell’Economia e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, al fine di trovare il prima possibile le risorse necessarie a coprire tutti gli investimenti che verranno prenotati da qui al 31.12.2025. Ciò per dare respiro alle aziende e allo sviluppo industriale e soprattutto per dimostrare agli italiani, che ci si può ancora fidare del proprio Paese, perché non è serio uno Stato che cambia le regole in corso d’opera. 

Senza certezza e senza stabilità non si può pensare di essere attrattivi e di creare le basi per dare un futuro solido alle nuove generazioni e al Sistema Italia. 

Bisogna dare risposte, e darle subito. Non si può più aspettare!