(Francesca Romana Riello) L’analisi delle elezioni regionali è stata la chiave della conferenza stampa convocata da Paolo Borchia alla Costa in Bra. Un incontro dal tono sobrio, quasi prudente, in cui il segretario provinciale della Lega ha messo subito le mani avanti: «È un trampolino di lancio, non la fine del viaggio». Nessun entusiasmo fuori posto, quindi, ma la volontà di leggere il risultato senza distorsioni.
La riflessione sulle elezioni di Tosato
Intorno a lui tutti i candidati, insieme al senatore Paolo Tosato, che ha dato una lettura molto concreta del risultato: «Se ci fermiamo ora, è una meteora. Serve continuità, ogni giorno». Nessuna celebrazione, nessun applauso, solo la volontà di capire cosa questo voto significhi davvero per Verona e per la Lega.
Borchia, parlando con la calma di chi ci crede davvero, ha voluto togliersi un peso: «Il ruolo di Luca Zaia è stato determinante. Non poteva essere il front man, ma si è speso come pochi. Ha una capacità di parlare ai veneti che resta unica».
Poi, un passaggio quasi personale su Alberto Stefani: «Scelta giusta. Giovane, ma con esperienza da vendere. Non è un nome messo lì: ha un percorso vero, solido».
Il ruolo della Lega nel territorio
A un certo punto il discorso si è spostato su ciò che non si vede: la trattativa, la fatica, i tavoli dove convincere gli alleati non è mai scontato. «Ringrazio Matteo Salvini per la guida politica» ha detto Borchia, e subito dopo ha citato Lorenzo Fontana, «determinante nel credere in Stefani fin da ragazzo».
Ma il passaggio che ha colpito di più è stato quello sulla militanza. Si è fermato un attimo, come per non sminuire il lavoro fatto: «È stata una campagna giocata comune per comune, mercato per mercato. Le preferenze parlano da sole».
E in effetti tutti i candidati hanno superato le mille preferenze: un dato che nella sala non è suonato come cifra, ma come riconoscimento del radicamento nel territorio.
Tosato, più asciutto, ha riportato il discorso sul piano pratico: serve una strategia vera, non solo entusiasmo post-elettorale. Una strada da costruire giorno per giorno.

Borchia pensa al 2027
Il finale è stato uno dei momenti più sinceri dell’incontro. Borchia ha toccato il tema di Verona 2027 senza mezzi termini: «Con un’affluenza così bassa, prima dei nomi dobbiamo chiederci se gli elettori andranno al voto».
Nessuna fretta, nessuna lista di papabili. Solo una domanda che pesa più di mille dichiarazioni.
Poi il saluto, breve ma netto: «La Lega c’è. Non ci siamo abbattuti nei momenti difficili e non ci esaltiamo ora. Questo voto ci dà forza, ma tocca a noi dimostrare che vale davvero».
E in quel “tocca a noi” era racchiuso tutto il senso della mattinata.

