In ballo ci sono 208 milioni di euro (oltre 1,1 miliardi a livello regionale) di spese che le famiglie veronesi da diversi anni dedicano agli acquisti di prodotti alimentari e bevande da mettere in tavola a Natale e a fine anno. Pane, pasta, carni, salumi, formaggi, verdure, ortaggi, frutta e, soprattutto, dolci e vini, distillati e bevande, tutti prodotti dell’immenso “giacimento” della food economy della provincia veronese e del Veneto che, in particolare sotto le festività, registra da anni sostanziose crescite di produzioni e vendite. Un settore, quello dell’agroalimentare, rappresentato, a livello provinciale, da 1.139 imprese artigiane che danno lavoro a 4.973 addetti, con una straorfinaria offerta enogastronomica che, per il Veneto, arriva a 36 prodotti DOP, IGP e STG, ben 380 prodotti “tradizionali”, e una capacità di export di circa 6 miliardi di euro all’anno. I numeri emergono dall’analisi dell’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Veneto che, nel dossier “Food economy di MPI e artigianato alimentare nel 2020”, ha rielaborato i dati di Istat, UnionCamere-Infocamere e MIPAAF, su imprese e produzioni alimentari e consumi delle famiglie nell’ultimo anno.

“La nostra food economy – afferma Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona – subirà un duro colpo dalla chiusura e dalle limitazioni del mondo HORECA, ossia hotel, ristoranti, pizzerie, bar, ecc. nel corso di queste festività. Una voragine che potrebbe essere in parte compensata dai consumi delle famiglie che si apprestano comunque a festeggiare il Natale in famiglia, con le opportune accortezze e nel rispetto delle regole. Per questo invitiamo tutti ad acquistare prodotti agroalimentari di origine veronese, veneta e italiana, soprattutto quelli artigianali, nelle botteghe, nei negozi e nei laboratori di vicinato. A supporto di ciò, da settimane abbiamo avviato più di una campagna social ‘compera e regala artigiano’ che stanno riscuotendo un grande successo. Prodotti che da sempre garantiscono requisiti di sostenibilità, circolarità ed eticità, caratteristiche che la pandemia sta portando a ricercare ancora di più da parte dei consumatori”.

“I nostri artigiani del gusto utilizzano materie prime locali e metodi di produzione tipici che evidenziano il legame con il territorio – continua Iraci Sareri –; la genuinità di queste specialità fa bene alla salute, fa muovere l’economia e contribuisce a mantenere alta la bandiera del food scaligero e regionale nel mondo. Per questo i prodotti e le imprese della nostra tradizione alimentare, che hanno nella qualità e nell’artigianalità della lavorazione il proprio elemento distintivo, vanno promossi in questa fine 2020 e andranno rilanciati con più forza nel 2021, quando i nodi economici reali verranno al pettine”.

La spesa nelle festività natalizie

Le festività legate al Natale e alla fine d’anno modificano notevolmente le abitudini di spesa anche dei consumatori veronesi e veneti. A dicembre, infatti, l’87,7% della spesa in prodotti alimentari e bevande delle famiglie è costituita da prodotti alimentari, il 7,7% in bevande analcoliche e per il restante 4,6% da bevande alcoliche. Confartigianato stima una spesa delle famiglie veronesi in prodotti alimentari e bevande di 208 milioni di euro.