(di Angelo Paratico) Il confronto militare fra India e Pakistan, due potenze nucleari con i conti ancora in sospeso a causa delle precedenti guerre del 1947-1948, del 1965 e del 1971 pare quasi inevitabile. L’odio reciproco è fortissimo, rinfocolato da terribili esperienze seguite alla dipartita degli inglesi, dopo la II Guerra mondiale e della confusione creata dallo zio di Re Carlo III, Lord Mountbatten. Se non avessero posseduto le atomiche si sarebbe già scontrati con armi convenzionali.

Un ulteriore, grosso, problema è costituito dal fatto che il vero capo del Pakistan non è il primo ministro Sharif ma il capo di Stato Maggiore dell’esercito, il generale Asim Munir, che ha poco più di cinquant’anni, ed è essenzialmente l’uomo più potente del Pakistan. Spetta a lui la responsabilità per ciò che accadrà nel conflitto tra i due vicini asiatici. Munir è conosciuto come un estremista islamico che conosce a memoria il libro di Maometto e lo recita spesso come fonte d’ispirazione e guida.

Chi potrà fermare la guerra fra India e Pakistan?
Asim Munir

Molti indiani ormai credono che le sue dichiarazioni in un discorso pronunciato pochi giorni prima dell’attacco jihadista del mese scorso, che ha ucciso 26 turisti indiani nella città di Pahalgam, nel Kashmir, possa aver ispirato quei terroristi. Nel discorso, Munir aveva lasciato trasparire tutto il suo rancore nei confronti dell’India. Con toni rabbiosi, aveva detto: “Il Kashmir è la nostra giugulare. Non lo dimenticheremo. Non abbandoneremo i nostri fratelli del Kashmir nella loro eroica lotta contro l’occupazione indiana…i nostri antenati hanno fatto enormi sacrifici”.

Una guerra nell’aria da anni di odio reciproco

Non ci sono prove di un collegamento diretto tra le parole di Munir e l’attacco, ma egli ha certamente i contatti giusti e la sfrontatezza per organizzarlo. Dopotutto, ha un passato di fomentatore di conflitti settari e, nel suo precedente ruolo di capo dell’Inter Services Intelligence (ISI), ha sostenuto attivamente gli scontri lungo il confine del Kashmir nel 2019.

Nonostante il Pakistan abbia negato con forza qualsiasi coinvolgimento nell’attacco terroristico, le tensioni si sono intensificate quando l’India ha reagito con attacchi aerei contro “infrastrutture terroristiche” in nove località, portando le due potenze nucleari sull’orlo di una guerra totale. Almeno 26 persone sono state uccise, tra cui un bambino, e 46 ferite nell’operazione indiana denominata Sindoor. Islamabad ha promesso di rispondere al loro attacco vile e vergognoso. 

Chi potrà fermare la guerra fra India e Pakistan?
immagine National Geografic

Oltre alla sua posizione da islamico intransigente, c’è un altro motivo per cui gli indiani diffidano profondamente di Munir. Nel 2016 ha ricoperto la carica di direttore generale dell’intelligence militare e due anni dopo è stato promosso tenente generale e direttore generale dell’ISI e ci sono prove che abbia fornito sostegno segreto sia ai talebani che ad al Qaeda in Afghanistan. Anche il terrorista pakistano Sayed Zabiuddin Ansari, catturato, ha ammesso che l’ISI era la mente dietro gli attacchi jihadisti di Mumbai del 2008 all’hotel Taj Mahal e in altri luoghi, che hanno causato la morte di 166 persone.

Perché, dunque, un fanatico religioso come Munir è stato messo a capo dell’esercito? Da un punto di vista politico, probabilmente è stata considerata importante la vicinanza di Munir all’Arabia Saudita, un alleato chiave. Lo stesso vale per le sue conoscenze in materia di intelligence sul risorgente movimento talebano in Afghanistan. 

L’ex primo ministro pakistano Imran Khan si trova attualmente in carcere. Khan è stato destituito dall’incarico nell’aprile 2022 con un colpo di Stato costituzionale che ha coinvolto il generale Bajwa (il vecchio superiore di Munir), il Dipartimento di Stato americano, la CIA e i rivali politici di Khan, i fratelli Sharif. Nawaz Sharif, leader di lunga data della Lega Musulmana del Pakistan, ma che era stato destituito nel 2017 dopo che i Panama Papers lo hanno collegato a casi di corruzione. Era fuggito a Londra, ma poi è tornato nel 2023 ed è stato assolto. Suo fratello, Shehbaz, è diventato primo ministro dopo la destituzione di Khan.

Nonostante sia in carcere, Khan rimane il politico più popolare del Pakistan, un problema per i fratelli Sharif e il generale Bajwa e questi ultimi hanno nominato il generale Munir, un falco precedentemente licenziato da Khan. 

Scegliendo Munir come capo dell’esercito hanno ottenuto più di quanto si aspettassero. Munir poteva sembrare l’uomo giusto per impedire una rivolta civile ispirata da Khan e, di fatto, una rivolta militare contro l’élite storica del Pakistan, ma hanno messo il potere nelle mani di un uomo che sembra ideologicamente instabile e incline al conflitto con l’India. La domanda principale ora è se Munir potrà essere trattenuto dal trasformare gli attacchi di ritorsione al confine in una guerra totale con l’India.