5,8 milioni di italiani rinunciano a visite ed esami
Durante l’audizione alla Commissione Bilancio sulla manovra 2026, il presidente dell’Istat ha tracciato un quadro complesso del sistema sanitario italiano, evidenziando segnali di crescita nella spesa ma anche criticità strutturali che mettono a rischio la sostenibilità e l’equità delle cure.
Nel 2024 la spesa sanitaria ha raggiunto i 185,1 miliardi di euro, con un incremento del 3,3% rispetto al 2023. Di questa cifra, 137,5 miliardi provengono dal settore pubblico, pari al 74,3% del totale. Aumentano anche le spese sostenute direttamente dai cittadini, che hanno versato 41,3 miliardi di euro di tasca propria, ovvero il 22,3% del totale. Le assicurazioni sanitarie, invece, hanno coperto 6,4 miliardi, con una crescita del 7,9% annuo, segnale di un ricorso sempre maggiore a forme di tutela privata.

Medici e infermieri sempre più anziani
Un altro dato che preoccupa riguarda l’età media del personale sanitario. In Italia i medici sono i più anziani d’Europa: il 20% ha più di 65 anni e il 44,2% ha superato i 55.
Nel 2023 erano attivi circa 320 mila medici, ovvero 5,3 ogni mille abitanti, ma tra questi i medici di medicina generalerisultano in forte calo: 37.983 in totale, con oltre il 60% di loro che ha più di 60 anni.
Anche il comparto infermieristico mostra segni di invecchiamento. Un quarto degli infermieri (25%) ha più di 55 anni, e l’Italia resta ben al di sotto della media europea con 6,9 infermieri per mille abitanti contro gli 8,3 della media UE.
Liste d’attesa e rinunce alle cure
Le difficoltà del sistema si riflettono direttamente sui cittadini: 5,8 milioni di italiani rinunciano a visite o esami diagnostici, spesso per la lunghezza delle liste d’attesa o per problemi economici. Un fenomeno che evidenzia il crescente divario tra domanda di salute e capacità di risposta del servizio sanitario nazionale.
L’impatto delle malattie neurodegenerative
A pesare ulteriormente sul sistema è anche l’aumento dei casi di Alzheimer e demenze senili. Secondo l’Istat, il 4,7% degli over 65 che vivono in famiglia soffre di queste patologie, con una prevalenza doppia tra le donne rispetto agli uomini.
Le aree più colpite sono Centro e Sud Italia, dove la carenza di strutture specializzate è parzialmente compensata dall’assistenza domiciliare, spesso garantita dalle famiglie.
Sanità da ripensare
L’analisi dell’Istat mette in luce un sistema sanitario che, pur continuando a rappresentare una delle colonne portanti del welfare italiano, si trova davanti a sfide urgenti: l’invecchiamento del personale, la scarsità di risorse, le disuguaglianze territoriali e l’aumento della spesa privata.
Senza interventi strutturali, il rischio è quello di un progressivo indebolimento del diritto alla salute.
