Aeroporto Catullo, Aerogest si liquida ma i soci pubblici restano uniti nell’aumento di capitale. Nuovo patto con Save per salvaguardare il piano di sviluppo

La legge Madia costringe i soci pubblici del Catullo a mettere in liquidazione Aerogest, la holding che raccoglie i soci pubblici (li trovate nel grafico qui sotto): l’assemblea per dare seguito formale alla decisione avverrà il prossimo 15 aprile in straordinaria. Ma i soci hanno deciso che resteranno uniti, faranno tutti l’aumento di capitale, e sottoscriveranno fra loro un nuovo patto di sindacato per restare insieme nelle prossime decisioni e per riscrivere con SAVE – il socio industriale di minoranza che gestisce però l’operatività dello scalo – le regole del gioco e soprattutto la garanzia che il programma di sviluppo pensato per il Catullo venga rispettato alla lettera. E fra i soci pubblici rientra anche la Provincia di Trento che sino a poche settimane fa sembrava la meno interessata a perseguire questo percorso e che invece oggi ha confermato la sua presenza, il suo impegno finanziario chiedendo un collegamento viario più funzionale e un’attenzione all’accoglienza di turisti e businessmen: «Ci crediamo, ma deve diventare un bellissimo scalo» ha sottolineato l’assessore alle partecipazioni Spinelli. L’aumento di capitale sarà fra i 30 e 35 milioni€ – è in fase di definizione il piano finanziario – e dovrà essere completato entro l’anno.

I tempi stringono: il progetto Romeo per l’upgrade dello scalo è già pronto ed attende soltanto l’assegnazione all’appaltatore. Camera di commercio e Comune di Verona hanno confermato – nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Barbieri – che lo stesso spirito verrà mantenuto anche nell’altro grande aumento di capitale atteso, quello della Fiera di Verona dove serviranno altri 30 milioni€ per il piano di sviluppo post pandemia. «E mi auguro che tutti i soci, anche quelli privati, aderiscano a questa filosofia e partecipino pro-quota all’aumento di capitale» messaggio che Sboarina manda direttamente alla Fondazione CariVerona.

«Ritengo ancora – sottolinea Giuseppe Riello, presidente della CCIAA – che l’Aerogest rappresentasse una felice intuizione, una holding innovativa che permetteva a più soci pubblici di coordinare le loro politiche ed azioni, e che la legge Madia non fosse da applicare in questo caso. I pareri chiesti hanno avuto un esito diverso, e noi ci adeguiamo, ma lo spirito di quella holding non deve venire meno. Adesso abbiamo la possibilità di dotare il Catullo dei mezzi finanziari necessari per adeguarsi al futuro con uno scalo riammodernato, più funzionale e bello. Abbiamo poco tempo davanti dato che dovrà essere tutto pronto ben prima del 2026 quando ci saranno le Olimpiadi invernali».

«Ricordiamoci come è nata questa vicenda e a quale livello era purtroppo arrivato il nostro scalo. Oggi noi investiamo con decisione negli asset della città – aggiunge Federico Sboarina – che sono la premessa indispensabile per la ripartenza dell’economia, il Catullo e la Fiera in primis che da sola garantisce un indotto di circa 800 milioni€. E’ evidente che all’impegno pubblico deve affiancarsi quello privato (così come quello di tutti i soci attuali, compresi quelli più piccoli): dobbiamo sederci attorno a un tavolo e fissare delle nuove regole. Tutto quello che decidiamo di fare per la crescita del Catullo va fatto alla lettera senza esitazioni».

Sugli esiti dell’incontro fra i soci è intervenuto anche l’europarlamentare Paolo Borchia della Lega. «L’unità d’intenti dimostrata dai soci di Aerogest verso l’aumento di capitale del Catullo va nella direzione giusta – sottolinea -. Auspichiamo che nelle prossime trattative con Save, uno dei cardini principali sia la definizione di un amministratore delegato e di un commerciale aviation, proposta che la Lega suggerisce da tempo” Mi auguro che questa operazione – conclude Borchia – sia il presupposto per una forte discontinuità verso l’approccio che per troppi anni ha limitato le grosse potenzialità del Catullo».

«Un risultato eccellente che i soci pubblici abbiano fatto sintesi tra loro e abbiano deciso di investire le proprie risorse per il rilancio del Catullo, come auspicato dalla Lega. Sostenere l’aumento di capitale per l’intero del valore azionario di ciascuno è diventato oggi un impegno morale ed etico più vincolante a qualsiasi obbligo giuridico o societario. È nell’interesse di Verona che i soci pubblici si muovano in questa unica direzione”.  E’ il commento del commissario provinciale della Lega, Nicolò Zavarise, a margine della conferenza stampa in cui i soci pubblici di Aerogest hanno confermato le proprie intenzioni di sostenere l’aumento di capitale, mettendo in liquidazione la società. “Investire sugli asset strategici di Verona è una partita fondamentale che ci vede da sempre in prima linea e dalla quale nessuno può permettersi di tirarsi indietro. Per riattivare il circuito economico e i flussi turistici è necessario che le nostre eccellenze, tra cui Aeroporto, AgsmAim, Fiera, Fondazione Arena, siano garantite, tutelate e preservate. Questo è quanto la Lega ha sempre fatto e farà anche in futuro» conclude Zavarise.
«In materia di infrastrutture e trasporti sul nodo di Verona ci sono molte partite aperte a livello regionale – aggiunge la vicepresidente della Regione Veneto, Elisa De Berti – . Parliamo dell’alta velocità, della Statale 12, della Grezzanella, ma soprattutto del progetto di collegamento ferroviario al lago di Garda che la Regione ha lanciato lo scorso anno e per cui chiede vengano stanziate urgentemente le risorse per avviare la progettazione dello studio di fattibilità tecnica economica. Un progetto che ha forti finalità turistiche, necessarie allo sviluppo di Verona e provincia. Questi investimenti trovano il loro presupposto nel necessario rilancio dell’aeroporto di Verona, che non può più attendere un collegamento diretto alla linea ferroviaria, finanziabile attraverso il Recovery».

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