Da Milano Finanza di questa mattina arriva la conferma: A2A, Alperia-Dolomiti ed Hera sono un capitolo che non si aprirà prima del prossimo anno: Agsm ed Aim proseguiranno da sole, completeranno il percorso di aggregazione e poi ci penseranno. Con calma. Il pressing di Roland Berger – la società di consulenza che ha redatto il piano industriale di MuVen, come si chiamava il progetto di aggregazione a tre con A2A (nel grafico il suo andamento in Borsa, oggi ha aperto in ribasso) – non ha portato a nulla e si è scontrato con un clima politico non favorevole. Oggi, Agsm è guidata dal vicepresidente Mirco Caliari (da sempre sul fronte contrario ai milanesi) il cui referente politico Matteo Gasparato ha parlato pochi giorni fa chiaramente di una nuova Agsm che guarda alle realtà più contigue (da Bolzano a Mantova) per creare una multi-utility di bacino, in grado comunque di essere fra i primi quattro player del mercato italiano. La fusione Agsm-Aim andrà all’esame dei consigli comunali a ottobre, dopo la nomina del nuovo presidente che sostituirà il dimissionario Daniele Finocchiaro. Della “nuova” Agsm Verona deterrà il 62& e nominerà presidente e amministratore delegato (questo con l’ok di Vicenza), tre e tre i consiglieri in cda: il fatturato aggregato – riporta il quotidiano finanziario – sarà di 1,44 miliardi con 147 milioni di margine operativo lordo.