«I lavori all’ex Manifattura Tabacchi – qui il nostro video – procedono speditamente e contiamo di poterli concludere per l’autunno del 2023. Si tratta di uno degli interventi di rigenerazione urbana più importanti per la città ed abbiamo dedicato tutta la nostra professionalità ed attenzione, oltre a quella dei progettisti, per salvaguardare tutte le pertinenze storiche di questo complesso. In collaborazione con la Soprintendenza di Verona tutti gli elementi storico-architettonici dell’ex Manifattura saranno recuperati, messi in sicurezza, posti in evidenza per il pubblico affinché possano diventare patrimonio di tutta la Città. Siamo sicuri che la Galleria Mercatale, l’antica ciminiera e, adesso, anche i resti del Forte Clam diventeranno dei veri e propri punti di riferimento». Così Paolo Signoretti, rappresentante della società proprietaria del compendio, commenta il ritrovamento, nel corso dei lavori di rigenerazione, del muro di base del Forte Clam, una delle postazioni di difesa di Verona realizzata dagli Austriaci dal 1848 al 1850, all’interno del Quadrilatero. Il forte, posto a poco più di un chilometro da Porta Nuova, doveva in particolare difendere la congiunzione fra le due strade principali di collegamento con Mantova e Legnago e presidiare la grande spianata di accesso alla città situata in corrispondenza dello Scalo ferroviario di Porta Nuova.

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Dal ritrovamento dell’antica fortificazione, in collaborazione con la Soprintendenza di Verona, si è deciso di recuperare e salvaguardare questo ultimo residuo del forte (venne infatti demolito negli Anni Venti per far spazio allo sviluppo industriale della Città) che fa parte della grande cerchia di fortificazioni di Verona ancora in larga parte visibile e utilizzabile. La proposta di recupero è stata redatta dall’architetto Fiorenzo Meneghelli.

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Nonostante la pandemia, i lavori – la progettazione(qui sopra il rendering di un particolare della galleria mercatale) è affidata allo studio di architettura norvegese Snøhetta  – all’interno della ex Manifattura non si sono mai fermati. Sono terminati i lavori di rimozione dei rifiuti e la bonifica e, a brevissimo, si concluderanno le demolizioni: l’area risulta pertanto pronta per l’inizio della costruzione delle opere. I documenti afferenti all’Accordi di Programma sono stati condivisi con l’Amministrazione Comunale e pertanto ci si attende il passaggio conclusivo in Consiglio Comunale prima dell’estate.

“Un ritrovamento che certifica quanto la nostra città sia incredibile – ha detto Federico Sboarina -. Trovare un reperto di questo tipo in una zona come Verona sud ha davvero dell’incredibile e conferma quanto questa città sia storica in tutte le sue parti, anche fuori le mura. Un’opera che darà lustro a questo importante intervento di riqualificazione, che si inserisce perfettamente nella nostra visione di rigenerazione urbana, che punta al vero recupero delle aree dismesse per reinserirle nel tessuto urbano. Nel caso specifico dell’ex Manifattura Tabacchi, parliamo di un’area a ridosso non solo della fiera ma anche dell’ex Scalo Merci in cui sorgerà il grande parco cittadino. Si va concretamente verso la direzione di spostare a sud il baricentro della città, non è più scritto solo sulle carte, ora ci sono i cantieri a dimostrarlo e soprattutto i tempi certi. La deadline è fissata alle Olimpiadi invernali di Cortina 2026. Tra meno di cinque anni saranno completati i progetti per il ribaltamento del casello di Verona sud, la statale 12, il Central Park, tutti strategici per il grande evento olimpico e che cambieranno completamente il volto di questa parte di città”.

“Non possiamo che condividere l’entusiasmo dell’Amministrazione per questo ritrovamento – ha aggiunto il soprintendente Vincenzo Tinè – Finalmente anche a Verona un intervento di architettura contemporanea, in cui l’anima pregressa diventa un punto di forza del moderno e del contemporaneo. Siamo di fronte ad un grande progetto di recupero che si trasforma in occasione culturale, grazie ad una proprietà illuminata che ha capito l’importanza di rigenerare la Manifattura nel rispetto di ciò che ha rappresentato per la città, lasciando riconoscibili le sue parte caratteristiche”.

Le informazioni storiche fornite dall’architetto Fiorenzo Meneghelli, descrivono il muro rinvenuto come «il piccolo tratto di un gigante. Si tratta del ritrovamento di una parte della grande fortezza che venne progettata e realizzata nel 1859 proteggendo l’accesso alla città per chi proveniva da sud, al crocevia fra la strada “Claudia Augusta”, la “Postumia” e quella che corrisponde all’attuale viale del Lavoro e che si sviluppava in un’area di 22.650 metri quadrati. La fortezza era circondata da un muro di 150 metri, alto 5 metri e circondato da un fossato profondo 7 metri, simile a quello che circonda ancora il centro della città. Al centro, su una collina artificiale si ergeva una torre d’artiglieria semicircolare alta 32 metri. Nel 1847 venne costruita la stazione di Porta Nuova che sostituì quella di Porta Vescovo e venne stabilito definitivamente l’ingresso alla città da sud. Con l’annessione del Veneto all’Italia nel 1866 l’intera area subì una trasformazione che la porterà all’assetto urbanistico di cui abbiamo ancora la testimonianza».