Azione chiede a Tommasi di accelerare sul programma. Wallner: “Il rilancio di Verona rimane ancora sulla carta”

(di Stefano Tenedini) Non è un ultimatum, ma suona come il clacson di un’auto che chiede (e si aspetta) un cambio di marcia per restare in corsa. E ha l’effetto di una sveglia per destare dal sonno un amico in ritardo all’appuntamento concordato. Per Marco Wallner, segretario provinciale veronese di Azione, l’intesa siglata col sindaco Tommasi per le elezioni di giugno resta valida, ma occorre accelerare su quel programma e quelle scelte condivise che però ancora mancano.

Anche perché nella coalizione sembra esserci qualche altro mal di pancia che gira sotto traccia. Inoltre lo scenario e le coalizioni non sono immutabili e i pesi reciproci possono cambiare. La palla passa al sindaco, senza però trascurare alcuni dati di fatto. “Alle comunali del 2022 Azione si è schierata per Tommasi, una scelta di cui siamo ancora convinti. Nei mesi successivi abbiamo continuato a crescere, consolidando tra i veronesi una base forte e credibile. Lo conferma il risultato delle politiche di settembre, quando abbiamo ottenuto 13.450 voti, pari al 10,7% dei consensi”.

E questo dato, in attesa di ulteriori verifiche elettorali per ora non prevedibili, è quanto vale il Terzo Polo oggi a Verona. Dove porta questo ragionamento? A considerare che insieme ad Azione sette mesi fa il centrosinistra a Verona ha battuto Sboarina con una differenza di voti pari alla metà di quelli affluiti tre mesi dopo sul Terzo Polo, quindi l’istanza avanzata oggi da Wallner, di venire coinvolti nelle scelte strategiche per la città, è tutt’altro che campata in aria, anche se Azione a Palazzo Barberi non c’è e non conta. Ma c’è – e dovrebbe contare – il programma condiviso prima di giugno. Che si fa?

Il sindaco Damiano Tommasi con Marco Wallner di Azione
Campagna elettorale con Richetti e Calenda (in alto) a Verona

“Abbiamo scelto di dare il nostro consenso e appoggio a Tommasi su un progetto basato sulle cose da fare per restituire slancio a Verona dopo anni di declino. Una visione”, aggiunge il segretario di Azione, “che a tutt’oggi però tarda a prendere forma ed è rimasta sulla carta. Perciò chiediamo risposte sul programma, il cambiamento e i temi prioritari per la città. Li cito così, senza volerli elencare tutti: il rilancio dell’aeroporto; la trasformazione dell’Arsenale in un centro culturale che richiamasse un turismo di qualità; una nuova prospettiva dell’urbanistica, da ripensare dopo le ipotesi della giunta Sboarina; la tramvia sempre appesa nel nulla; il sottopasso delle Torricelle di cui soprattutto in zona Teatro Romano c’è sempre più bisogno. Spunti”, sottolinea Wallner, “su cui attendevamo l’apertura di un dialogo che però ancora non c’è stato – o sul quale comunque non siamo stati coinvolti”.

E non ci sono solo gli interventi di piccolo e medio cabotaggio, ma anche le grandi visioni per il futuro di Verona. Una proposta che Azione avrebbe sostenuto volentieri è la possibilità di rivendicare per Verona lo status di città metropolitana, come Venezia. Con gli stessi abitanti, una forza economica altrettanto elevata se non superiore e data la distanza dai centri decisionali del Veneto, una maggiore autonomia potrebbe esserci molto utile. Sempre sulla stessa linea, a parlare di progetti seri e funzionali per la Verona di domani sono rimasti gli imprenditori: Bauli e Boscaini per Confindustria e Trestini per i costruttori di Ance. Gli studi suggeriscono di prendere come riferimento Bologna, città che ha le nostre stesse ambizioni ma genera idee e porta a casa finanziamenti per progetti solidi. Ma anche qui il Comune non si è fatto sentire.

“La luna di miele, fisiologica dopo le elezioni, è decisamente finita e bisogna cambiare marcia per passare a una fase concreta, basata sui fatti e non sulle promesse”, puntualizza Wallner. “Se ci vogliono noi ci siamo, pronti come sempre a dare una mano alla coalizione”. Ma si può ancora parlare in termini di coalizione? Dubbio legittimo, perché oltre la compattezza tra il Pd, la lista Tommasi e Traguardi, non mancano i malumori, seppure non ancora espressi in forma esplicita e organizzata. A parte Azione, la lista dei perplessi e degli scontenti conterebbe, pronti a venire allo scoperto, anche i Verdi, i Socialisti, Demos – Democrazia Sociale e Sinistra Civica Ecologista. Prese di posizione che rischierebbero di far crescere l’insoddisfazione a livello di guardia. Si dirà: l’Amministrazione ha davanti ancora più di quattro anni di lavoro. Sì, ma per fare cosa? E quando aprirà il cantiere del quinquennio?

Il punto è proprio questo. Che iniziative forti gli elettori si aspettano, per ora invano? “Siamo in attesa di un segnale deciso e valutiamo le iniziative. Sulla vicenda Agsm-Aim, al di là dei malumori emersi per come è stata gestito il cambio ai vertici, aver indicato alla presidenza una persona qualificata come Federico Testa è stata una buona scelta”, dice il segretario di Azione. “Ma su altre resta il silenzio”. E fa un esempio tra i tanti: Regione Veneto e Rete Ferroviaria Italiana avevano ipotizzato il progetto di un treno per collegare il Basso Garda con il Catullo e la stazione di Porta Nuova. Ma non si sa se al Comune interessi, cosa ne pensi e se voglia esserci oppure no. “Sia chiaro, non attacchiamo il sindaco: ma vogliamo essere di sprone per mettere a terra molti temi che non si possono lasciare inevasi, perché Verona non può più aspettare”, chiarisce.

Pentiti di aver sostenuto Tommasi? O forse della scarsa rappresentanza? Non è che ne fate una questione di poltrone? “Ma no, quali poltrone. Parlo di condivisione, di fare seguito all’intesa col sindaco Tommasi che è stata e per noi rimane la scelta migliore. Ma ora come segretario di Azione devo anche dare risposte credibili agli elettori che mi hanno dato fiducia proprio sulla base di questo progetto e attendono di vederlo realizzato, o almeno iniziato. In pochi mesi gli iscritti sono cresciuti del 30%: oggi siamo in 350, tra cui molti amministratori del territorio. Vero che è presto per definirci insoddisfatti, ma da qualcosa bisogna pur partire. Ho condiviso questa visione con la direzione nazionale di Azione, che ha ritenuto fin dall’inizio Verona un esempio di buona politica. Ma occorre mantenere le promesse fatte agli elettori e alla città sui grandi cambiamenti e, me lo lasci dire, trasformare i sogni in realtà”.

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