Banco BPM, il Cda approva il bilancio 2020. 6 cent di dividendo ad azione. Pulizia nei crediti per altri 1,3 miliardi

Dopo la corsa di ieri, oltre sei punti di crescita,oggi il titolo Banco BPM chiude nuovamente in area positiva – più 0.60% a 2,1680€/azione – nonostante la presa di beneficio complessiva di Piazza Affari (meno 0.54%). Il titolo ha viaggiato su percentuali anche maggiori nel corso della giornata, salvo poi cedere nel finale quando sono uscite le prime indiscrezioni sul dividendo, 6 centesimi ad azione (al limite di quanto ammette oggi la BCE che timidamente apre alla possibilità di dividendi per le quotate a causa dei rischi legati alla pandemia) ed ai risultati del quarto trimestre 2020 in linea – va detto – con le aspettative di un peggioramento della situazione economica nel corso della seconda ondata di Covid-19.

Ciò detto, il bilancio approvato oggi dal Cda lombardo-veneto (fondamentale perchè è su questo che si faranno i contri della attesa fusione con un altro player bancario) lascia la strada aperta a più letture: il Cda ha confermato il piano di snellimento delle rete delle agenzie: ne saltano 300, le più piccole che verranno accorpate in quelle maggiori, e saltano mille500 dipendenti senior che verranno sostituiti da 750 junior con un evidente beneficio sui costi e sullo sviluppo digitale. Nel frattempo, è proseguita l’opera di pulizia: 1,3 miliardi di crediti deteriorati sono usciti dal perimetro creditizio dell’istituto mentre 2,4 miliardi di emissioni riservate a investitori istituzionali hanno rafforzato il patrimonio. L’ammontare complessivo dei crediti a fronte dei quali la Banca ha accordato le misure di moratoria previste dal Decreto Cura Italia e dal Protocollo ABI è pari a € 16,1 miliardi, di cui € 12,2 miliardi in essere alla data del 31 dicembre. Inoltre, nell’ambito delle misure governative a sostegno dell’economia, la Banca ha stanziato a favore delle aziende € 13,9 miliardi (già deliberati o in fase di delibera) coperti dalle garanzie previste dai decreti governativi, di cui € 10,2 miliardi già erogati.

La raccolta diretta al 31 dicembre è salita a 120 miliardi, con una crescita di oltre dieci punti percentuali rispetto ai 108 miliardi e rotti dell’esercizio precedente. La raccolta indiretta viaggia sopra i 91 miliardi, in crescita
del 2,0% nel confronto con il 31 dicembre 2019.
La componente della raccolta gestita ammonta a € 59,6 miliardi, in aumento rispetto al dato di € 58,3 miliardi del 31 dicembre 2019 (+2,2%), grazie al contributo dei fondi e Sicav che ha compensato la flessione del comparto bancassurance. La raccolta amministrata raggiunge i € 32,0 miliardi, con un incremento di € 0,6 miliardi (1,8%) rispetto a fine 2019.

Gli impieghi, ovvero gli investimenti nell’economia reale, ammontano a 109,3 miliardi, in crescita di € 3,5 miliardi rispetto al dato del 31 dicembre 2019. 28 miliardi i nuovi affidamenti erogati e di questi 10 sono coperti dalle garanzie statali legate alla pandemia. I crediti deteriorati raggiungono i 4,3 miliardi con una contrazione di oltre il 20% rispetto all’esercizio precedente.

Il risultato al netto del costo della ristrutturazione è pari a € 330,5 milioni, rispetto a € 648,6 milioni al 31 dicembre 2019. 91 milioni andranno agli azionisti, in ragione di un dividendo – come detto – di 6 centesimi ad azione in pagamento dal prossimo 19 aprile. Si sfiora un rendimento del 3% che è superiore a quello riconosciuto da BancaIntesa e Unicredit. Il Banco insomma continua a far pulizia e ad alleggerirsi in vista di un matrimonio che gli analisti danno sempre più vicino.

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