Casse edili, da Verona la conferma della ripresa del comparto: più 12% sul 2019 pre-pandemia

Il motore dell’edilizia gira a pieno ritmo. La conferma arriva dall’assemblea delle Casse Edili italiane che si tiene nella nostra città – qui il nostro video – e dai dati dell’Osservatorio nazionale delle Casse edili relativi al preconsuntivo annuale 2021 (ottobre 2020-settembre 2021): + 24% di ore lavorate rispetto al 2020, ma anche crescita del +12% rispetto al 2019. Non stime o previsioni ma attività reale.

E’ quanto ha riportato il Presidente della CNCE Carlo Trestini nel corso delle Giornate nazionali delle Casse edili apertosi oggi a Verona dedicate al tema delle “Nuova frontiera dell’edilizia”. “La nuova frontiera del mercato delle costruzioni – ha affermato Trestini – è caratterizzata da una crescita sostenuta da politiche pubbliche espansive. Gli incentivi fiscali hanno acceso la miccia e spingono l’attività privata, così come le risorse del PNRR alimenteranno il mercato pubblico. Da qui la sfida al nostro sistema di imprese a saper cogliere la grande occasione per crescere non solo sul piano dei fatturati, ma anche di dimensione, sul piano organizzativo, delle competenze, delle strategie necessarie ad affrontare un contesto culturale che ha trasformato non solo la domanda residenziale, ridefinendo bisogni e imponendoci di trasformare il modo stesso di costruire. Guardando alla sostenibilità e all’innovazione digitale che sono i driver del nuovo mercato. Dobbiamo saper cogliere e utilizzare al meglio quanto le innovazioni tecnologiche ci mettono e ci metteranno a disposizione. Così come dobbiamo chiedere alla politica e al Governo di trasformare l’attuale quadro generale in una strategia organica di politica industriale del settore.

Carlo Trestini, presidente delle Casse Edili italiane

Per il Vicepresidente della CNCE Antonio Di Franco “è intorno a noi una nuova stagione della regolarità, che poi vuol dire più sicurezza, meno costi, processi organizzativi e stabilità imprenditoriale, che si può costruire una nuova visione. Su questi pilastri dobbiamo lavorare per contribuire a una crescita dimensionale delle imprese, riuscendo così a superare una delle criticità i del nostro sistema produttivo, quello del nanismo e della parcellizzazione. Con la congruità e con una più forte collaborazione con le strutture territoriali del ministero del Lavoro possiamo dare un contributo fondamentale contro il “lavoro nero” e per l’emersione immediata di quello “grigio”. Stimiamo che nel breve periodo la congruità possa avere un impatto sulla massa salari annua tra uno e i due miliardi di euro. Dobbiamo, inoltre, cogliere la grande occasione offerta dalle risorse europee ed è essenziale saper legare il tema della regolarità con quelli dell’accoglienza e dell’integrazione. Se il 33% dei nostri lavoratori è straniero e questa percentuale è destinata a crescere, allora dobbiamo necessariamente essere capaci di creare e gestire nuovi servizi a favore delle imprese e dei lavoratori.”

L’evento di Verona si tiene a pochi giorni dall’entrata in vigore (1 novembre 2021 del Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 143 del 25 giugno 2021 registrato dalla Corte dei Conti definisce l’obbligatorietà dell’applicazione del nuovo sistema di verifica della congruità dell’incidenza della manodopera impiegata in misura proporzionata al valore dell’incarico affidato all’impresa nella realizzazione di un lavoro edile. Il Decreto recepisce quanto definito dalle Parti sociali del settore edile con l’Accordo collettivo del 10 settembre 2020.

Per Gabriele Buia, Presidente dell’ANCE “Con l’entrata in vigore della verifica di congruità della manodopera il settore delle costruzioni ha a disposizione un nuovo strumento di contrasto al lavoro irregolare, allo sfruttamento delle maestranze e alla concorrenza sleale”. “Un risultato che abbiamo condiviso con le parti sociali per impedire scorciatoie contrattuali e garantire le tutele del Ccnl a tutti coloro che operano in cantiere. Dobbiamo, inoltre, continuare a portare avanti il confronto costruttivo già avviato, sia con il Ministero che con l’Ispettorato del Lavoro, per fare in modo che la verifica di congruità rappresenti un’opportunità di crescita sociale e non un ulteriore aggravio per le imprese del settore”.

“Mai come oggi – sottolinea il Segretario generale FILLEA CGIL Alessandro Genovesi – abbiamo l’occasione, tra incentivi e PNRR, per rendere il nostro un settore industriale a tutto tondo: dalla congruità alle nuove tutele nel subappalto, si incentiva di fatto la qualificazione delle imprese. Ora il passo successivo: maggiore formazione, maggiori investimenti su sicurezza e professionalità. Le nuove tecniche costruttive, i nuovi materiali, gli obiettivi su sostenibilità ed innovazione richiedono un forte investimento sui lavoratori e sulla crescita dimensionale delle aziende. Se non ora, quando?”

Per Stefano Crestini, Presidente ANAEPA Edilizia “i dati sul numero delle imprese edili confermano il trend in ascesa: in due anni 30mila aziende in più nelle costruzioni, soprattutto grazie agli effetti positivi che i bonus edilizi e del Superbonus iniziano a dare. Inoltre, il comparto sarà al centro di quasi la metà dei finanziamenti del PNRR. Quindi ora più che mai occorre prestare attenzione alla regolarità delle imprese che operano su mercato e alla sicurezza dei lavoratori. In tale prospettiva il Durc di congruità è un potente strumento che aiuterà a far emergere – tanto nell’edilizia pubblica che in quella privata – situazioni irregolari dove è più facile che si verifichino infortuni. Il contrasto alla concorrenza sleale nei confronti delle imprese regolari e di provata competenza è una priorità per l’ANAEPA nell’ottica di un settore e di un mercato più trasparente, sicuro e qualificato.

Condivide e rilancia il Segretario generale FENEAL UIL, Vito Panzarella. “Il momento che l’edilizia sta vivendo è sicuramente un’occasione unica per il suo rilancio in qualità. È giunta l’ora di puntare sulla formazione professionale, promuovere la sicurezza e rendere il cantiere un luogo più sicuro per i lavoratori e più attrattivo per i giovani. Rilanciare il settore vuol dire farlo crescere si in termini economici ma anche innalzare la qualità del lavoro, garantendo maggiori tutele e diritti per i lavoratori e mettendo a frutto tutte le conquiste ottenute sinora, a partire dalla congruità. Occorre vigilare perché il contratto edile sia applicato a coloro che svolgono lavorazioni edili e si arrivi finalmente all’attuazione della patente a punti.”

Per Enzo Pelle, Segretario generale FILCA CISL “si parla tanto di transizione economica ed ecologica, ma è necessario che la transizione sia anche sociale. C’è il rischio che la forte ripresa del settore avvenga a scapito della qualità del lavoro e della dignità del lavoratore. Sostenibilità sociale vuol dire mettere al centro del lavoro le persone puntando sulla formazione, sulla professionalità degli addetti, rafforzando la sicurezza nei cantieri e combattendo il fenomeno del dumping contrattuale. Sono questi i presupposti perché si abbia una transizione “giusta” e con benefici per tutti, e perché si assegni davvero un nuovo ruolo all’edilizia. Il settore non deve essere mai più associato alla cementificazione e al deturpamento ma alla cura dell’ambiente, alla rigenerazione. In questo modo l’edilizia potrà tornare tornare alle origini, quando era giustamente considerata un’arte nobile“.

Per la Vicepresidente e Assessore Affari legali Lavori pubblici Infrastrutture Trasporti della Regione Veneto Elisa De Berti la regione si candida ad essere un terreno privilegiato di sperimentazione virtuosa sulla regolarità in edilizia.

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