Centro profughi ai Filippini, salta l’autorizzazione. Bertaia (lista Tosi): hanno vinto le nostre buone ragioni

“Nessuna autorizzazione al centro profughi ai Filippini. Non apre. La battaglia che abbiamo portato avanti assieme a tantissimi cittadini sta ottenendo un riconoscimento tangibile”. Ad annunciarlo la consigliera comunale della Lista Tosi, Anna Bertaia, la quale poi si rivolge direttamente all’assessora Zivelonghi, che ieri su L’Arena ha definito “uno sparuto gruppo di cittadini” quello che era contrario al Cas, mentre, secondo l’assessora, “altri veronesi si sono fatti avanti per collaborare nelle azioni di integrazione”.

Bertaia dice: “Zivelonghi, minimizzando, non mostra un grande rispetto per i cittadini che hanno protestato, che erano tantissimi, altroché sparuto gruppo. E sono oltre 400 le firme che abbiamo raccolto. Io poi non so a chi si riferisca Zivelonghi quando afferma che altri cittadini erano per l’accoglienza, mi limito a dire che chi era a favore al Cas poteva palesarsi e manifestare a sua volta, invece non si è mai visto nessuno. La verità? Questa è un’amministrazione comunale che vive lontana dalla realtà. Zivelonghi, infatti, poteva partecipare alle nostre due manifestazioni in via Sant’Angela Merici degli scorsi 6 e 21 aprile, quantomeno per constatare di persona cosa davvero pensano i suoi cittadini, dico suoi perché chi è assessore dovrebbe rappresentare tutti i veronesi. Cittadini che erano giustamente preoccupati e anche arrabbiati nel venire a sapere del possibile Cas dagli organi di stampa e non da chi governa la città. Sindaco e giunta sono sempre rimasti inerti e silenti, nonostante fino all’11 aprile scorso fervessero i preparativi per adeguare a Cas un edificio enorme, altroché semplice spostamento dei soli dieci profughi del centro di San Zeno come afferma Zivelonghi”.

“Ma il dato di fatto più importante – continua Bertaia –  è che il Cas non apre, questo conferma la bontà delle nostre ragioni, contrarie al centro profughi ai Filippini sia per la conformazione non adeguata del quartiere, sia per le criticità dello stesso stabile deputato all’accoglienza”. 

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