Confindustria mette in dubbio il progetto dell’autonomia differenziata

“L’Autonomia differenziata non può e non deve diventare un nuovo tema che spacca il Paese, che penalizza la crescita dell’economia e la stabilità della finanza pubblica”. Queste le parole del vicepresidente di Confindustria Vito Grassi dove ieri ha riunito a Venezia -a porte chiuse-le articolazioni di rappresentanza dell’associazione degli industriali per un confronto su tutti i temi aperti.
Oggi, in un evento pubblico il presidente nazionale di Confindustria Bonomi ha ribadito il concetto del suo vice. E il presidente regionale dell’associazione Carraro ha affermato che delegare alle regioni autonome 23 materie è troppo.
Di opinione opposta il ministro delle Regioni, Roberto Calderoli, che invece è uno dei fautori dell’autonomia differenziata. Ed anche ill presidente del Veneto Zaia che ha risposto ai confindustriali – che non sono tutti gli industriali! – che le 23 materie sono semplicemente previste dalla Costituzione.
L’uscita del vice-.presidente sorprende. E sorprende anche quella di Carraro, che vorrebbe rappresentare gli industriali veneti. Ma quello che lascia basiti è l’atteggiamento di Confindustria.
Sia per la città dove ha espresso i suoi dubbi: Venezia, capoluogo di quel Veneto che l’autonomia la sta chiedendo da decenni, sede di quel consiglio regionale che più di tutti spinge per la riforma autonomista, sostenuta addirittura da un referendum popolare ad esito bulgaro.
Sia per la scelta politica che ha espresso Confindustria, che assomiglia molto a quella della sinistra e di alcuni presidenti delle regioni del Sud, come della Campania, rappresentata al convegno dal governatore De Luca, e di quelle forze politiche centraliste che la ostacolano. La paura che spacchi il paese è un vecchio strumento della propaganda centralista. Non sanno i confindustriali che ci sono già cinque regioni che l’autonomia ce l’hanno – e che autonomia!- e che non per questo il paese è stato spaccato? E gli imprenditori veneti aderenti a Confindustria non credono sia il caso di prendere una posizione precisa e chiara prendendo le distanze dai loro dirigenti?

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