Consiglio di bacino Verona nord: ecco le prossime mosse. Mazzi: «Rispetto per i contribuenti o me ne vado»

Notizia numero uno, la raccolta dei rifiuti urbani dei 58 Comuni del Consiglio  di Bacino Verona nord proseguirà anche il primo di gennaio: nonostante la fine della convenzione con Serit il servizio per oltre 400mila abitanti e 250mila imprese non verrà interrotto. Notizia numero due, entro il 31 dicembre verrà messo nero su bianco il bando di gara-ponte “suggerita” da Anac (l’Agenzia anti-corruzione) per assegnare per un anno, rinnovabile per un secondo, il servizio della raccolta nell’attesa di arrivare ad un chiarimento fra i soci ovvero i Comuni del territorio che, in questa fase, sono divisi quasi su tutto. Una gara che, con tutta probabilità, non potrà che vedere Serit protagonista.

Nei giorni scorsi, una lettera di 32 sindaci – i 20 della zona rivierasca del Garda più una dozzina dell’est veronese e della Valpolicella – aveva chiesto decisioni forti in assemblea (che si è svolta giovedì 23 dicembre)  e, sostanzialmente, un chiarimento definitivo sulla gestione futura della raccolta dei rifiuti   affidata sino al 31 dicembre alla Serit, società controllata dalla multiutility veronese AgsmAim.

Notizia numero tre, per decidere del futuro si farà affidamento a gennaio ad un consulente esterno che dovrà valutare il piano economico-finanziario di una futura raccolta affidata a due realtà diverse e distinte: da un lato, per 20 Comuni a ovest, l’Azienda Gardesana Servizi che è impegnata nei grandi lavori del collettore del Garda ma che, soprattutto, sta diventando una multiutility a tutti gli effetti, in grado di fornire tutti i servizi tipici di una ex-municipalizzata ed è pronta a sbarcare, oltre che nella raccolta diretta dei rifiuti, anche in altri nuovi business. Dall’altro lato, dovrebbe esserci una newco per i restanti 38 Comuni.

Si tratta del terzo parere chiesto in poco tempo: prima un giudizio sulla tenuta stand-alone del Consiglio  con tutti i 58 Comuni serviti; poi la valutazione di un’articolazione diversa: un unico gestore di bacino ma due società operative a valle; infine, l’ultima: due realtà separate sulla base di una interpretazione di un documento chiarificatore della Regione sul punto che però non ha risolto tutti i dubbi, lasciando di fatto la porta aperta a più letture.  

Ultima notizia, il futuro di Serit: l’assemblea del Bacino Verona Nord ha preso atto della proposta avanzata dalla Serit stessa («Vi cediamo tutto – macchinari, know how, struttura operativa – per 11 milioni»), l’ha ritenuta eccessiva ma non ha chiuso la trattativa: le parti si ritroveranno per una valutazione nel dettaglio dell’offerta attorno alla metà di gennaio.

Insomma, sul tavolo del Consiglio di Bacino restano più opzioni in un clima che però, giorno dopo giorno, diventa sempre più sensibile alle tensioni politiche legate alle prossime tornate elettorali.

«Al di là di quanto valuterà la consulenza esterna, quello che conterà davvero – fissa però i paletti Gianluigi Mazzi (nella foto Il baco da seta), sindaco di Sona, attuale presidente del Consiglio di Bacino Nord chiamato nel 2019 come “civico” per mantenere unita la struttura  – sarà il vantaggio che si otterrà per i contribuenti. E quando parlo di vantaggio mi riferisco espressamente alla tariffa per la raccolta, la Tari, che  non dovrà aumentare, al potenziale impiantisco ed alla sostenibilità ambientale. E per quanto mi riguarda, se la soluzione che si vorrà adottare non rispetterà questi punti fermi non avrò alcuna remora nel dare le dimissioni».

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