Zaia è il nuovo governatore del Veneto e nel prossimo Consiglio regionale rischia di doversi confrontare soltanto con due schieramenti: il suo e quello del centrosinistra. Nemmeno i 5stelle sembra riescano – al momento – a raggiungere il quorum. E se quindi è già finita la suspance per il “cannibale” Zaia, l’unica gara vera riguarda chi andrà a fare il consigliere regionale. Partendo dai dieci che nel 2015 presero più voti a Verona, andiamo a vedere dove sono finiti oggi: in quale partito e con quali chance di riconferma:

  1. Orietta Salemi, era PD oggi Italia Viva, prese 8.984 preferenze;
  2. Massimo Giorgetti, era Forza Italia, oggi Fratelli d’Italia, prese 8.468 preferenze;
  3. Davide Bendinelli, era Forza Italia oggi Italia Viva, non si è ricandidato, prese 7.210 preferenze;
  4. Stefano Casali, era Lista Tosi oggi Fratelli d’Italia, prese 6.853 preferenze;
  5. Anna Maria Bigon, era PD oggi si ricandida col PD (ed è la prima sinora a non aver cambiato casacca), prese 5.994 preferenze;
  6. Roberto Fasoli, era PD e non si è ricandidato, prese 5.652 preferenze;
  7. Alessandro Montagnoli, Lega nord, non si è ricandidato, prese 5.535 preferenze;
  8. Andrea Bassi, era Lista Tosi, oggi non si è ricandidato, prese 5.132 preferenze;
  9. Stefano Valdegamberi, era Lista Zaia  oggi ancora Lista Zaia, prese 4.790 preferenze;
  10. Barbara Tosi, Lista Tosi, non si è ricandidata, prese 3.695 preferenze.

Dei primi dieci del 2015 si sono ricandidati  soltanto in cinque – Salemi, Giorgetti, Casali, Bigon e Valdegamberi – di questi cinque l’unico ragionevolmente certo è il William Wallace (l’eroe scozzese di Braveheart) della Lessinia, Stefano Valdegamberi. Una chance piccola per la Bigon che, però,  deve stare davanti a Giandomenico Allegri, suo competitor nel Pd, e poi sarà sfida a tutto campo fra Giorgetti e Casali in Fratelli d’Italia dove però una lista di nove candidati veri rende la competizione molto accesa e permette di sognare di triplicare i voti presi cinque anni fa. Per capirsi, il primo per preferenze allora fu Ciro Maschio, con poco più di mille voti: dopo cinque anni con mille voti non si andrà da nessuna parte. Nessuna chance invece per Orietta Salemi, ItaliaViva non raggiunge il quorum: si sapeva che era una missione quasi impossibile, ma il risultato di Zaia cancella ogni speranza.