Adesso è crisi. Profonda e difficile. Se fino a ieri a sostenere la speranza che così non fosse era l’alibi che Baroni doveva ancora scegliere su quali giocatori impostare il gioco e che stava ancora sperimentando, oggi, dopo 11 giornate, svanisce anche questo. C’è poco da dire. Il Verona versa in una crisi preoccupante. Perdere in casa contro il Monza per 3-1 è grave. Ma ancora più grave è come ha perso. Ha giocato solo mezz’ora, all’inizio del secondo tempo. Peraltro senza segnare. Ma per tutto il resto gli ospiti hanno dominato. E senza neanche tanta fatica. E i tre gol ne sono la prova. Poi, verso la fine Folorunsho ha accorciato le distanze. Ma inutilmente. L’impressione è che in undici partite non sia migliorato niente. Anzi, forse è peggiorato qualcosa.

Crisi pisocologica

C’è innanzitutto un problema psicologico. Manca la grinta, la determinazione e la fiducia in sé stessi. E a questo ci deve pensare l’allenatore. Poi incide sullo scarso rendimento della squadra il continuo avvicendarsi dei giocatori e il loro utilizzo. Due esempi per tutti. Lazovic, uno dei pezzi migliori, messo fuori ruolo, non ha praticamente toccato palla. Come avere un uomo in meno. E questo incide. Djuric, lì davanti, più che cercare di prendere la palla di testa e smistarla, non fa: non dribbla, non salta l’uomo, non corre. Fa del suo meglio. Ma alla fine è un altro uomo in meno.

Crisi tecnica

E se ne potrebbero fare altri. Folorunsho, migliore in campo, si fa in quattro, ma non basta. Ed anche tanti altri bravi giocatori, senza una strategia e senza punti di riferimento sembrano correre di qua e di là a vuoto. E poi c’è il mistero di Suslov in panchina. Come possiamo, permetterci di non far giocare uno dei pezzi migliori, uno di quelli che sono capaci di saltare l’uomo e di risolvere una partita? Finora abbiamo vissuto di rendita, anche psicologicamente sui primi punti fatti ad inizio campionato. Ma se non se ne fanno altri e subito il problema diventa davvero grave. 

Crisi già vista

Cominciano ad essere in tanti a mettere in discussione Baroni. Ma sembra un film già visto. Come quello di Cioffi e di Di Francesco. Che sono stati mandati via, ma che poi hanno dimostrato di essere bravi alla guida di altre squadre. La domanda allora sorge spontanea: che problema c’è a Verona?