Damiano Tommasi aveva cancellato il traforo già il 14 agosto. La Lega va all’attacco: “fatto di nascosto, altro che trasparenza!”

La cancellazione del traforo? E’ stata chiesta da sindaco, vicesindaco ed assessore alla mobilità già il 14 agosto scorso “alla faccia della trasparenza e della condivisione“. Nicolò Zavarise e Luca Zanotto (Lega) entrambi nella passata amministrazione, mostrano la lettera con la quale Damiano Tommasi, Barbara Bissoli e Tommaso Ferrari chiedono ad A4 ed al Governo di prendere atto del cambiamento di interesse da parte del Comune di Verona e di destinare ad altro utilizzo (il tratto interporto-Verona Sud) i 54 milioni di euro inizialmente dedicati al collegamento a nord della città.

«E’ la certificazione di una volontà discrezionale – spiega Nicolò Zavarise -, una scelta che non è stata comunicata ai Veronesi (ed in fondo sarebbero soldi loro), senza alcun approfondimento in Consiglio comunale dove dieci giorni fa è stato approvato un Pums (Piano urbano mobilità sostenibile) al buio. Zero dialogo, zero confronto. Una scelta ideologica, non basata su dati certi, che soprattutto non risolve i problemi della zona nord di Verona dove resterà l’imbuto del Teatro Romano ed il suo costo in termini ambientali e di mobilità. Quei soldi vengono destinati a sud della città dove peraltro ci sono già progetti in corso e nessuno ha pensato di informare di questo la nostra Comunità».

Ma perchè è sbagliata la scelta di dirottare i fondi?

Luca Zanotto, vicesindaco nell’amministrazione Sboarina ed assessore ai lavori pubblici e viabilità , ha seguito lo sviluppo del Pums negli ultimi dieci anni. «E’ sbagliata tecnicamente – risponde – perchè vuole cancellare quanto precedentemente impostato. E non si tratta di investimenti da poco per Verona: il traforo, o traforino, cubava 110 milioni di euro. Dopo questa lettera di Tommasi & co. è un progetto morto. Morta è anche la soluzione della galleria sotto al central park, altri 20-25 milioni di investimento di cui ben 14 già garantiti da RFI.

Ora ci dicono che vogliono superare i problemi di traffico nel collegamento casello di Verona sud e tangenziale sud non considerando che quel problema sarebbe già risolto dal ribaltamento del casello di Verona sud e che l’intervento sulla statale 12 già porta a sensibili miglioramenti.

Ma, ancora, nulla si fa per Verona nord dove via Mameli e la zona del Teatro Romano, manterranno i limiti attuali e resteranno intasate. E la situazione peggiorerà con la filovia: via Mameli passerà da 4 a 2 corsie. Dove andrà il traffico?»

«Eppoi – aggiunge Zanotto – su quali basi scientifiche si prendono queste decisioni? si parla di “micro-simulazioni”. Francamente, manca razionalità e si ha l’impressione di scelte fatte per accontentare qualche comitato e per cancellare il pregresso. Si vuole insistere su un modello manicheo di trasporto: zone a 30 kilometri l’ora (ma come risolvono il traffico non si sa) o l’uso di mezzi alternativi non considerando che il 47% del traffico su Verona dipende da cittadini non veronesi che vengono in città per lavoro.

Chiediamo loro di venire in biciletta da Isola della Scala o da Legnago? le pare logico?»

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