Debito pubblico: ecco come crescerà e chi lo controllerà

(di Bulldog) E’ il  cambio di stagione, c’è una nuova manovra economica. Giuseppi, bontà sua,  dice che vuole farla senza aumentare nuovamente il debito pubblico che sta galoppando sfrenato verso quota 160% del Pil prodotto dal nostro Paese. Siccome il debito vuol dire dipendenza dagli atri – siano essi risparmiatori italiani, banche e rentier internazionali, istituzioni finanziarie italiane ed europee – proviamo a vedere se stiamo diventando più o meno prede della speculazione? Un buon padre di famiglia (una figura mitologica, oramai, metà uomo e metà testa di cazzo per come viene considerata da chi ci amministra) fa questo esercizio molte volte nella vita: quando deve comprare la prima auto a rate; quando si sposa e compra casa (happy wife, happy life…), quando decide di cambiare lavoro e mandare i figli all’Università…chissà perché, non appena uno arriva ad una scrivania governativa questo sano esercizio lo dimentica. Nessun problema, provvediamo noi.

Proviamo a vedere quanto crescerà l’Italia in questo periodo: il prodotto interno lordo dell’Italia paga pesantemente la pandemia che si aggiunge ad una crescita asfittica degli ultimi anni. Nel 2019 appena dello 0,3%, quest’anno, meno 9,5% (e se ci fermiamo lì vorrà dire che siamo bravi davvero) per un “rimbalzino” del 6,3% nel 2021. Vuol dire che al dicembre 2021 avremo  prodotto per 1761 miliardi, un valore inferiore a quello del 2019, pari a 1788 miliardi, crescendo però di 130 miliardi rispetto a quest’anno. Quello che crescerà però sarà – senza interruzioni di sorta – il deficit e lo stock del debito: il disavanzo annuale passerà dai 29,3 miliardi del 2019 ai 214 di quest’anno ai 134 del 2019. Tutto debito che va ad aggiungersi a quello che già c’è: l’ammontare complessivo salirà in due anni di più di 320 miliardi: da 2409 a 2727.

Il rimbalzo del Pil del 2021 ridurrà la percentuale del debito sul Pil: dal 160.4 di quest’anno ai 154.9 del 2021. In due anni questo rapporto sarà però cresciuto di venti punti percentuali. A questo punto, un buon padre di famiglia inizia a pensare seriamente a come rientrare: vende l’automobile e usa l’autobus; non manda il figlio in Inghilterra nel “battaglione Tamigi” a bere birre e lumare pupe; rinuncia alle ferie estive (che gli Italiani questo non l’abbiano fatto neppure quest’anno ci fa capire perché Giuseppi e i suoi amici sorridono quando pensano a noi…); alla palestra per la moglie ecc ecc

Quanti soldi dobbiamo restituire alla fine? Il debito pubblico raggiungerà a fine 2021 la cifra monstre di 2727 miliardi; vuol dire che quest’anno e il prossimo – secondo l’Osservatorio di Carlo Cottarelli l’Italia deve piazzare titoli di Stato per più di mille miliardi: in parte per rinnovare i vecchi Btp, in parte per coprire le nuove spese. Il mercato comprerà titoli per 285 miliardi quest’anno e 264 il prossimo; le istituzioni europee, 245 e 246 miliardi. Queste cifre comprendono i pacchetti Sure per combattere la disoccupazione e il prossimo anno il Recovery fund (30 a debito, 30 miliardi a fondo perduto). In ballo resta il Mes, 36 miliardi che il prossimo anno (scommettiamo?) verranno accettati dal nostro Paese.

Chi controlla il nostro debito? Questi due anni segneranno un’inversione di tendenza importante: l’Italia si affiderà sempre più all’Unione Europea (dove gioca comunque una carta politica in quanto Paese di sostanza demografica, Pil e socio fondatore) e meno al mercato. Questo vuol dire allontanare sempre più lo spettro del default (ipotesi comunque inverosimile), ma anche iniziare ad accettare un controllo più stringente sulle spese. E’ come quando in banca passi dallo scoperto di conto ad un ammortamento alla francese, ovvero con rate fisse da pagarsi ogni mese. Nel primo caso, il rientro è una botta; nel secondo, una medicina amara da prendere a più o meno piccole dose. Le istituzioni europee e le banche italiane controlleranno il 42% del nostro debito (dieci anni fa appena il 5.7%) assorbendo tutta la nuova domanda di cash del governo italiano. Ma non sarà politicamente una situazione neutra. Finita l’emergenza, bisognerà iniziare a parlare di come restituire questi soldi. Per forza, Giuseppi fa il tifo per il Covid…

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