Il Lugana arriva alla prova dell’estate post-covid sulla spinta dei numeri del 2019: un’annata super con 22 milioni di bottiglie vendute (il 70% all’estero), più 27% sul 2018, con una crescita in Italia in valore del 35.7% ed in volume del 31, e con un’espansione della superficie vitata del 60% fra il 2014 ed il 2018 che oggi ha raggiunto i 2mila500 ettari. Troppa grazia, forse, tanto che il Consorzio di tutela – presieduto da Ettore Nicoletto e guidato da Andrea Bottarel – aveva programmato, giusto nel luglio di un anno fa, lo stoccaggio del 10% della vendemmia 2019 ed il blocco ai nuovi impianti per evitare di vedere crescere in maniera abnorme la produzione immessa sui mercati mettendo a rischio la redditività della filiera. Poi, è arrivata la tempesta Covid-19 che ha costretto tutti a rifare i conti e, soprattutto, ha imposto  più di cento giorni di lockdown; soltanto ora il bacino del Garda torna a vedere i primi turisti internazionali, i migliori brand ambassador che questa denominazione ha storicamente avuto. Ma anche il mercato italiano ha la sua importanza come hanno ben testimoniato i dati di vendita in Gdo e in e-commerce nel periodo di chiusura totale. E quindi – adesso, che tutti torniamo a vivere – perché non mettere mano a sei Lugana 2019, l’ultima annata, la versione più fresca di questo grande vino bianco che ha raggiunto con merito la grande notorietà. Così questi i nostri consigli per l’estate, sei Lugana da avere sempre in cantina a portata di mano:

Bulgarini – Lugana DOC 2019

Terza generazione al lavoro nei vigneti comprati nel 1930 da Emilio Bulgarini sul versante bresciano della denominazione, a Pozzolengo, ampliando la produzione al Metodo classico ed ai rossi  del territorio con una “escursione” in Valpolicella classica a San Pietro in Cariano. Le uve di questo Lugana vengono raccolte manualmente, la lavorazione è quella classica, oramai canonica: pressatura soffice, fermentazione a temperatura controllata, acciaio e lungo contatto coi lieviti. Il colore nel bicchiere è perfetto, di una estrema pulizia così come i profumi che arrivano immediati e netti. Scolastico, ideale per spiegare ad un neofita cosa è un Lugana, e questo – per noi – è un pregio: fiori bianchi, glicine, pesca, una leggera nota di bergamotto, fieno tagliato al sole, una nota più brillante di rosmarino. L’impatto al palato è potente, il Lugana del resto trae dalle caratteristiche del territorio la sua forza, dimostra più dei 12,5 gradi che dichiara, è ricco di nuance con una prevalenza di note aggrumate, sapido, con un finale lungo di mandola. Invitante.

Ottella – Lugana DOC 2019

Torniamo nella parte veronese della denominazione e ci fermiamo a San Benedetto di Lugana dove ha sede Ottella, vignaiolo indipendente, con anche una presenza nella bellissima  Valpantena, a Romagnano, dove realizza Valpolicella e Amarone. All’olfatto presenta note molte fini, aggraziate e delicate: ligustro e agrumi. Il palato è molto fresco, con note fruttate di pesca e un sentore più  vegetale sullo sfondo. Finale ammandorlato, minerale e persistente. Fa della finezza e dell’eleganza, più che la forza, il suo tratto distintivo. Molto gradevole.

Sei Terre, Az. Agr. Rizzi – Lugana Tenuta  Fantona DOC 2019

Seiterre è il brand dell’azienda della famiglia Rizzi che trova le sue origini nei primi vigneti di famiglia alla fine dell’Ottocento. Negli anni la famiglia ha colto al volo le opportunità del boom economico costruendosi una dimensione non soltanto nazionale, con esperienze produttive anche in Romania. La tenuta Fantona è un vasto sito di 60 ettari sulle colline moreniche  che circondano la Torre di San Martino della Battaglia: un posto incantato teatro di uno degli scontri più feroci di tutte le guerre d’Indipendenza italiane. Dei sei Lugana testati, questo è il più grasso, ricco,  rotondo al palato. In questo si differenzia dagli altri Lugana e magari non sembrerà per questo perfetto per i puristi, ma tutti gli altri ne saranno entusiasti. Olfatto potente con note di frutta matura, melone, essenze di campo, sentori esotici. Il palato conferma quanto promette il naso, quasi ridondante.  Tanta roba, e quando ci vuole, ci vuole…

Az. Agr. Pilandro – Terecrea Lugana DOC 2019

La cantina ha sede a San Martino della  Battaglia, sede originaria della maison che negli anni si è poi ampliata su Desenzano e, assai più in là, nelle colline di Jesi a conferma di una passione imprenditoriali per i super-white di qualità… Questo Lugana nasce a Desenzano, su terreni ricchi di argilla. Molto fine al naso, fiori primaverili, pesca a pasta bianca, una leggera nota di agrumi. Il palato è molto caratteristico, è molto coerente e pulito, con un perfetto equilibrio: sapido come deve essere un Lugana, e ricco di nuance che appagano il palato. La sua finezza lo rende compagno ideale anche per un aperitivo. Sul finale di mandorla si fa spazio anche una nota più fresca di limone.

Bertagna – Cavriana Lugana DOC 2019

Bertagna è una cantina mantovana, ubicata in una delle zone più belle d’Italia: il lungo susseguirsi di dolci colline moreniche che da Solferino portano a Castellaro Lagusello: una zona il cui clima già padano è mitigato dai venti del Garda, da sempre dedicata all’agricoltura di qualità. A Pozzolengo, zona bresciana della denominazione, ci sono i vigneti da cui proviene questo Lugana. Molto delicato all’olfatto con note floreali, di pesca ed albicocca.Il palato ha nuance d’incenso, molto coerente con l’olfatto, finale sapido molto lungo. Una interpretazione fedele, una lettura apparentemente semplice, ma alla fine non banale. Ha bisogno di un po’ di tempo per farsi conoscere ed apprezzare. Ma il risultato vale l’attesa.

Fraccaroli – Pansere Lugana DOC 2019

Torniamo verso Peschiera del Garda, primo Comune veronese arrivando dalla parte lombarda, dominato dalla sua fortezza e circondato da vigneti e colline. Qui la famiglia Fraccaroli da oltre un secolo coltiva le sue terre restando fedele alla tradizione del territorio. Il suo Pansere è un Lugana molto vitale, molto fresco, fa della giovinezza il suo punto di forza. E’ esuberante all’olfatto con note primaverili  di erba medica e leggermente mentolate. Fiori bianchi, pesca non pienamente matura. Il palato non è da meno, apparentemente leggero – ma sono 13 gradi  in realtà – offre ricche atmosfere floreali , tornano le note fruttate con una sensazione agrumata che vira poi nella mandorla finale. Gradevolissimo, invitante ad una seconda beva, un piacevole amico con cui passare una sera d’estate a chiacchierare tranquilli. Quasi un invito ad un costante ritorno alla normalità. Di questi tempi, non è poco.