Gli aumenti delle bollette e della benzina e del gasolio sono le conseguenze più tangibili della guerra e della speculazione connessa. Draghi ha provveduto a tagliare di 25 centesimi il prezzo di benzina e gasolio fino alla fine di aprile. Lo ha fatto senza andare a incidere sul deficit, ma facendo pagare la differenza alle aziende produttrici di energia che si sono avvantaggiate dagli aumenti. Draghi è un banchiere e almeno queste cose le sa fare bene. Ma per la Cgia di Mestre poteva e doveva fare di più, visto che la manovra non grata sulle casse dello stato. E ricorda che “tra i beneficiari di questa straordinaria situazione c’è anche l’Erario che, grazie all’aumento dei prezzi dei carburanti, dal gennaio 2021 fino ad oggi può contare su un extragettito di oltre 1,5 miliardi di euro.” Allora come potenziare la misura presa dal Governo? La Cgia suggerisce, ad esempio, di ridurre del 50% le accise su benzina e gasolio per autotrazione, portandone così il prezzo alla pompa rispettivamente a 1,74 e 1,78 euro al litro. “Il costo per le casse pubbliche sarebbe stato sicuramente importante; almeno 1,5 miliardi di euro al mese, ma necessario per alleggerire con forza i costi che stanno mettendo in grossa difficoltà i bilanci di tantissime famiglie e altrettante imprese.”

Con la riduzione di 25 centesimi invece la benzina scende da 2,18 a 1,93 euro al litro e il gasolio da 2,16 euro al litro a 1,91. La proposta della Cgia farebbe risparmiare agli automobilisti 19 centesimi in più al litro la benzina e 13 centesimi in più il gasolio.