Elezioni europee 2024: vogliamo i colonnelli!

(di Bulldog) Elezioni europee 2024: il parlamentare con le stellette piace a chi lo candida e piace a chi lo vota. Ma siamo sicuri che, alla fine, piaccia anche al “sistema” pubblico? Le esperienze del passato – generali ed ammiragli candidati tanto a destra che a sinistra, dall’MSI ai DS passando per i 5Stelle, ne abbiamo avuti più d’uno (dall’ammiraglio medaglia d’oro Gino Birindelli, all’ex comandante della Folgore (e mio comandante in Irpinia) Franco Angioni, nella foto qui sotto, al capitano di vascello Gregorio De Falco) – dimostrano che, certo, il nome porta nuovi voti e garantisce l’elettore moderato, ma di risultati concreti, di cambiamenti significativi dell’assetto politico del Paese ne realizzano gran pochi.

Fanno un giro di valzer e poi tornano nella “riserva”.

Elezioni europee, tocca a Vannacci?

Anche perchè uno si affida ad un militare noto, famoso, con uno skill professionale elevato, anzi così elevato che i media italiani – di solito restii ad occuparsi delle stellette – sono obbligati a seguirli. Uno chiama il generale Figliuolo perchè ha esaurito tutte le carte del mazzo ed ha bisogno di una figura forte, autorevole, che faccia correre la burocrazia e la politica per uscire dai guai.

Ma se una persona è anche una figura forte, autorevole, usa al comando sarà poi difficile che accetti di prendere ordini da uno che sarà certamente politicamente più importante ma che, assai spesso, non avrà mai fatto un turno di guardia, non saprà smontare e rimontare un fucile e che resterà, sempre e comunque, un imboscato.

Generale Roberto Vannacci, salta la presentazione a Verona
Generale Roberto Vannacci

E’ vero, la moderna democrazia mette sotto il potere politico eletto il comando delle forze armate. E quello ci sta. Ma nelle caserme e sul terreno come si fa il lavoro, lo decidono i ragazzi con le stellette sul bavero.

Elezioni europee 2024, il voto dei militari

Il voto dei militari è poi una vera chimera e richiama tanto quella che vuole tutti gli immigrati elettori certamente di sinistra: per capirci, negli Anni Settanta, quando il colonnello Amos Spiazzi era agli arresti in quanto ritenuto pericoloso golpista, i suoi pari grado, a tavola, dichiaravano tranquillamente il loro voto al PCI, un partito che avrebbe senz’altro tutelato meglio i loro privilegi professionali al contrario dei democristiani che, cresciuti a particole, del benessere degli ufficiali e dello stato di salute dell’esercito si guardavano bene dall’occuparsi.

Sarà un caso, ma nelle democrazie occidentali sono pochi i militari di carriera che in politica hanno successo. Pure il generale Colin Powell (nella foto qui sopra), il massimo leader di Desert Storm, da segretario di Stato rosicava quando doveva seguire le indicazioni del presidente George W. Bush probabilmente ricordandosi che quando lui, afroamericano, sguazzava nelle risaie del Vietnam circondato da Charlie, il secondo era bellamente imboscato nella Guardia Nazionale a bere birre, lumare pupe e (forse) guidare jet.

Quindi, perchè mai il generale Roberto Vannacci una volta eletto dovrebbe ubbidire al politico di turno?

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