Federico Sboarina, questo il mio bilancio e così è cambiata Verona

Federico Sboarina rivendica il lavoro fatto dalla sua Giunta dal 2017 ad oggi – “Una visione strategica per il futuro di Verona partendo dall’attenzione al quotidiano con in mezzo la pandemia a sparigliare le carte” sottolinea alla fine della sua conferenza stampa assieme ai suoi assessori che si è appena conclusa a Palazzo Barbieri – e preannuncia l’impegno dei prossimi mesi per completare una tabella di marcia imperniata su tre direttrici: soluzione dell’ emergenza sanitaria; sostegno all’economia; rilancio strategico. Partendo dai dati già raggiunti: 21 milioni di investimenti diretti a sostegno delle imprese e delle famiglie per superare le difficoltà della pandemia; i 26 miliardi di investimenti pubblici e privati che nei prossimi 15 anni caleranno su Verona diventata stabilmente una delle dieci città italiane col miglior standard di vita (Sole 24 Ore).

Il sindaco rimarca soprattutto il lavoro fatto su due vettori: le partecipazioni pubbliche e l’urbanistica. Relativamente alle prime – la holding comunale ha un patrimonio superiore ai 2 miliardi ed è il principale volano per l’economia locale – il sindaco parte dalla messa in sicurezza della Fondazione Arena e dagli aumenti di capitale sostenuti per dare ossigeno alla Fiera ed all’aeroporto Catullo e conferma i prossimi step: dall’in-house di Amia al project financing con gli altri soci pubblici per la A22, alla nuova pianificazione all’area della Marangona (1,5 milioni di metri quadrati nel cuore della logistica strategica del nord Italia), alla razionalizzazione delle stesse partecipazioni (messa in vendita delle proprie quote nell’Immobiliare Magazzini Generali e di una quota di minoranza della Veronamercato).

Quanto al secondo vettore, l’urbanistica è stata sicuramente al centro di un grandissimo lavoro portato avanti dal Comune: l’adozione della variante 29 (verrà approvata definitivamente in primavera) per eliminare aree dismesse all’interno della città e favorire la crescita senza consumare nuovo suolo; il Central Park diventato oramai una certezza (a giugno l’accordo di programma dopo l’individuazione del soggetto attuatore questo autunno dopo una gara serrata fra quattro big dell’immobiliare europeo); l’inizio della sistemazione di quell’area iniziando dall’ex Saifem e dalla Manifattura Tabacchi; la sistemazione del casello di Verona Nord ed i numerosissimi altri interventi anche di valore più contenuto nelle dimensioni, ma non nel peso sociale.

Aggiunge Sboarina: “Della molta carne messa al fuoco, tanti interventi cominceranno a vedersi nelle prossime settimane e nel corso del 2022. A gennaio avremo il progetto definitivo della Variante alla statale 12 e arriverà in Consiglio comunale la riqualificazione dell’ex Safem che riguarda la prima parte dello Scalo Merci lungo viale Piave. A gennaio partirà la nuova illuminazione di tutto corso Porta Nuova, sia sulla parte carrabile che pedonale, oggi diventato buio per la crescita degli alberi. A febbraio ci sarà la ratifica dell’accordo in Regione per l’ex Tabacchi e l’inaugurazione del palazzetto Le Grazie a Borgo Roma. Tra marzo e aprile termineranno i lavori al casello di Verona Nord, e in Consiglio ci sarà l’approvazione della Variante 29. Tra aprile e maggio inizieranno i cantieri a Palazzo Bocca Trezza, una riqualificazione ad uso sociale e che il quartiere di Veronetta attende da anni e che rientra nel Bando Periferie. A maggio arriverà la Vas della Marangona e il progetto andrà in Consiglio, 1 milione e mezzo di metri quadri di area logistica, una delle chiavi di volta per lo sviluppo economico della nostra città. E poi il Central Park. Tra gennaio e giugno verrà sottoscritto il contratto con il soggetto che si è aggiudicato la manifestazione di interesse e verrà definito l’accordo di programma con il Comune e la Regione. Il 2022 sarà anche l’anno del Pnrr e delle risorse europee, un’occasione importante pur con non pochi ostacoli, alla quale stiamo lavorando tutti insieme. Servono ingenti somme e tecnici per chiudere le grandi progettazioni e accedere così ai finanziamenti, un ostacolo non di poco conto per tutte le Amministrazioni pubbliche”.

E nella lista delle cose ancora da fare, le prossime Olimpiadi del 2026 che vedranno in Arena la chiusura dei giochi invernali, ma soprattutto l’apertura dei giochi paraolimpici, la spinta a sanare un gap importante della città – quello delle barriere architettoniche – per rendere Verona ancora più vivibile ed attrattiva. «Un’occasione irripetibile. Vogliamo ridisegnare Verona, affinché sia per tutti. Una città molto diversa da quella che abbiamo ereditato» conclude Federico Sboarina.

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