Fa discutere la vicenda della multa e dei 5 giorni di chiusura comminati alla Trattoria “La Molinara” in centro a Verona per aver fatto cenare i clienti all’interno mentre pioveva, contravvenendo al decreto Draghi. Bene ha fatto l’assessore al commercio Nicolò Zavarise a criticare le norme vigenti in tema di ristorazione, “il settore che più degli altri ha sofferto la pandemia e che- ricorda l’assessore- l’amministrazione comunale ha cercato di aiutare in tutti i modi. Con queste regole non si può più andare avanti!”

Era visto che prima poi accadesse quello che è accaduto a La Molinara. E chissà in quanti altri ristoranti è successa la stessa cosa senza che scattasse la sanzione. Si tratta di una norma scritta coi piedi. Che cosa dovrebbe fare il povero ristoratore se si mette a piovere mentre i clienti stanno mangiando? Dovrebbe farli sloggiare? Piantar lì tutto e mandarli a casa? E col conto come la mettiamo? Glielo fa pagare al cliente anche se non ha mangiato? Oppure non gli fa pagare niente anche se il cibo è stato preparato? Ci deve rimettere ancora dopo mesi di chiusura? Ma non è giusto che ci rimetta nemmeno cliente! E allora è ovvio che i clienti li deve far entrare. E una volta dentro…Ma a tutto questo le menti brillanti che hanno scritto il decreto non c’hanno pensato!  E allora, di fronte ad una norma scritta coi piedi, l’unica sarebbe applicarla col buonsenso e, se del caso, chiudere un occhio. 

Ma in Italia, si sa, il Potere è forte coi deboli e debole coi forti. Col ristoratore usano il pugno di ferro, mentre domenica a Milano hanno lasciato che 30 mila irresponsabili si accalcassero in piazza Duomo per lo scudetto dell’Inter in barba a ogni distanziamento e senza mascherina! “Erano troppi!” si è giustificato il Prefetto. Invece il ristoratore era uno solo.