“Il mondo agricolo, parte del quale in un primo momento si era dichiarato apertamente contro i moduli a terra, sembra aver trovato un accordo sul fotovoltaico (anche) sugli appezzamenti agricoli. Un punto di equilibrio, questo, emerso in occasione dell’incontro-dibattito ‘Fotovoltatico e agricoltura, una sinergia da coltivare?’, organizzato venerdì scorso, dal Centro Levi Cases dell’Università di Padova, che si è tenuto nell’ex Corte Benedettina di Legnaro. Presenti al convegno numerose figure di spicco direttamente coinvolte nella questione: Marco Andreoli, presidente della Terza Commissione consigliare, Lodovico Giustiniani, presidente Confagricoltura Veneto, Cristina Guarda, vicepresidente della Terza Commissione consigliare, Carlo Salvan, vicepresidente Coldiretti Veneto, Francesca Zottis, vicepresidente del Consiglio regionale, e Emiliano Pizzini, vicepresidente Italia Solare. Così il consigliere regionale Arturo Lorenzoni portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale del Veneto che aggiunge: “In occasione dell’incontro, ho coordinato i lavori e ricordo, peraltro, che in queste settimane è in discussione a Palazzo Ferro Fini un progetto di legge regionale sulla disciplina ‘Per la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra’”.

“Uno spazio di convergenza tra le istanze di tutti è possibile – commenta lo stesso Lorenzoni – riservando attenzione ai criteri e alle dimensioni degli impianti a terra e privilegiando le realizzazioni dell’agrivoltaico. Questo, però, dove i pannelli si integrano con colture compatibili e se la produzione di energia diviene complementare all’attività agricola. Un settore nuovo, che può aiutare a conciliare la necessaria crescita della potenza fotovoltaica con la conservazione dell’attività agricola dei terreni”.

“Grazie ad una normativa equilibrata sul fotovoltaico a terra – aggiunge Lorenzoni – il Veneto può inseguire la sostenibilità del proprio sistema energetico sostenendo al tempo stesso l’economia locale, con una strategia che non può dare spazio a rimpianti. Alla luce degli stringenti vincoli di decarbonizzazione assunti dall’Italia, che comportano circa 40.000 MW di nuova potenza elettrica a fonti rinnovabili nel prossimo decennio, è urgente prevedere di normare con tempestività i criteri per le nuove strutture fotovoltaiche, nel rispetto del territorio, pur tuttavia senza mettere limiti ingiustificati ad investimenti che possono rappresentare una spinta all’economia”.

“Per il Veneto sono state presentate stime di un incremento da 1,9 GW a circa 5 GW di potenza fotovoltaica installata. I 3 GW di nuova potenza, se per assurdo fossero tutti installati a terra, richiederebbero una superficie di 3.000 ettari. Naturalmente buona parte di questi possono essere realizzati sugli edifici, sui parcheggi o su aree già urbanizzate“.

“Tutti i relatori intervenuti nell’incontro, hanno concordato – fa presente il consigliere – nell’auspicare prioritariamente l’utilizzo delle coperture degli edifici e dei terreni marginali, creando le condizioni perché queste soluzioni siano adottate con facilità e convenienza, e solo in seconda battuta siano utilizzati terreni oggi ad uso agricolo. Nonostante in Italia siano abbandonati ogni anno 126 mila ettari di Sau – Superficie agricola utile – in gran parte del Veneto, infatti, la richiesta di terreni per l’agricoltura rimane consistente. Regole certe sono state richieste sia dai rappresentanti del mondo agricolo, che da quelli dell’industria. I consiglieri regionali presenti all’incontro – conclude Lorenzoni – hanno mostrato grande disponibilità a recepire i loro suggerimenti nell’iter del progetto di legge”.