Siamo davvero alle battute conclusive: venerdì Giorgia Meloni sarà in Veneto. Ufficialmente, l’unica destinazione fissata è Venezia, ma gli sherpa stanno cercando in queste ore la quadra e dunque è molto probabile una “virata” della presidente di Fratelli d’Italia che potrebbe arrivare a Verona per dare il via ufficiale alla campagna elettorale di Federico Sboarina a cui stanno lavorando gli emissari di Lega e FDI. Il lavoro sarebbe ad un passo dalla definizione degli ultimi dettagli nonostante il clima romano non sia dei migliori. Dello stato delle relazioni nel Centrodestra diventa così illuminante l’intervista di Lorenzo Fontana, vice di Salvini, al Corriere della Sera dove ha spiegato la linea politica della Lega post rielezione di Mattarella. Fontana è veronese e perciò è di particolare interesse quello che ha detto anche per le imminenti scelte per le elezioni comunali di maggio che devono essere fatte a Verona. I toni sono pacati, come del resto è nel carattere della persona, ma decisi. Innanzitutto dà una sua lettura della vicenda presidenziale: “c’è chi ha giocato la partita del Quirinale non per far vincere il centrodestra ma per far fuori Matteo”. E il riferimento è ai centristi di Forza Italia e di Toti, con i quali è avvenuta la prima frattura. Che poi sembra anche quella più difficilmente sanabile. Però Fontana ne ha anche per FdI, con cui da un punto di vista strettamente politico la Lega ha più punti in comune. La Meloni, sostiene il vice-Salvini- dopo la bocciatura della Casellati, ha insistito nel votare un candidato del centrodestra per coerenza, disinteressandosi della soluzione per mettere in difficoltà Salvini che in quel momento era il portavoce della coalizione.

Fontana sostiene che a questo punto la Lega per ricostruire il centrodestra vuole ripartire dai contenuti. Della partita potrebbe esser una parte di Forza Italia, esclusa quella che ha deciso di posizionarsi al centro assieme a Toti e magari Renzi. Ed anche la Meloni. Ma, dice Fontana, “dipende da lei, se vuole costruire una destra moderna,  liberale o conservatrice che sia, o se vuole rimanere isolata come espressione di una destra statalista.”

Per la Lega rimangono come punti fermi la de-tassazione, la sburocratizzazione, il federalismo, l’autonomia e la difesa delle partite Iva. Sarà da qui che potrà partire la trattativa, per chi è interessato, per la ricomposizione del centrodestra. Una trattativa che a Verona è in corso attorno alla ricandidatura del sindaco Sboarina. Se andasse in porto potrebbe essere un segnale positivo per il futuro del centrodestra.

La risposta venerdì, dall’agenda – modificata o meno – di Giorgia Meloni.