Giovanni Serpelloni: il Covid-19 mantiene tutta la sua capacità infettiva. Troppi 160 vaccini in sperimentazione per tempi così stretti

Preoccupa la ripresa dei contagi e dei ricoveri per il Covid-19 anche nel nostro Paese anche se i dati attuali vedono l’Italia in una posizione migliore rispetto alla Spagna ed a quasi tutti i Paesi europei. L’Adige ha chiesto un parere a Giovanni Serpelloni, medico con vaste esperienze internazionali, già responsabile del Dipartimento delle Dipendenze della ULSS 20 e della UOA – SerT 1 Sezione di Screening HIV.  Si attendeva questa ripresa della pandemia in Italia e con queste caratteristiche?

«Anche a livello nazionale (dati Gimbe) niente di inaspettato e la curva continuerà a salire anche se con un tasso di ricovero ospedaliero e di letalità probabilmente minori. L’età media dei nuovi contagi è inferiore di circa 20 anni rispetto alla prima ondata. Il 47% dei nuovi casi si registra dal rientro delle vacanze. Il virus mantiene la stessa capacità infettiva, ma grazie all’adozione delle misure preventive da parte di molti (purtroppo non di tutti) si trasmette meno frequentemente e probabilmente in minore quantità. Registrate cariche virali più basse nei ricoverati e sintomatologie più attenuate, ma resta il pericolo di insufficienza respiratoria grave con necessità di ventilazione forzata. Lombardia, Emilia Romagna e Veneto le tre regioni con più casi attivi; Trento, Sardegna e Calabria le più virtuose ( o fortunate?)».

E’ questa la seconda ondata?

«La seconda ondata ci sarà, ma molto più ridotta rispetto alla prima sia in termini di numeri che di gravità clinica. Interesserà persone più giovani e quindi più resistenti e non ci permetterà di raggiungere l’immunità di gregge protettiva per la popolazione».

Molte speranze sono riposte nei vaccini in sperimentazione e, si dice, di prossima diffusione. E’ così?

«Sì, servirà un vaccino ma, per come stanno le cose ora e nei prossimi mesi-anni, sarà molto difficile scegliere con criteri veramente scientifici un vaccino sicuro ed efficace. Sono attualmente oltre 160 i vaccini proposti in sperimentazione. Per quelli proposti per l’utilizzo immediato, purtroppo non sono stati rispettati i corretti tempi per la sperimentazione e non abbiamo quindi abbastanza dati per avvalorare le nostre aspettative».

Sarà necessario un nuovo lockdown nazionale?

«Penso proprio di no. Un errore da non ripetere. Soprattutto per i danni economici conseguenti a totale svantaggio delle classi più deboli e vulnerabili. Più accettabili sono lockdown mirati e locali sui focolai specifici se verranno affrontati con molta tempestività, con l’adozione di test virali ed il tracciamento dei contatti, e soprattutto con terapie precoci domiciliari».

Si discute molto sull’efficacia delle misure basiche di prevenzione…

«Mi chiede se sono utili mascherina e lavaggio e disinfezione delle mani? Senz’altro, sì. La mascherina va usata sempre nelle condizioni di affollamento e dove non si riescano a mantenere i due metri di distanza. Lo stesso per il distanziamento fisico che però dev’essere – appunto – di almeno due metri: un metro proprio non basta. Baci ed abbracci di saluto? Per il momento sono da evitare».

Fra un mese debbono ripartire le scuole, dal 1 settembre riaprono gli asili. Possiamo considerare al sicuro i nostri ragazzi?

«La riapertura delle scuole rimane un problema complesso. Se lo analizziamo soltanto dal punto di vista strettamente sanitario la questione è molto negativa e la scelta sarebbe quella (sia per gli studenti che per gli insegnanti in contatto con loro) di non riaprire. Se teniamo conto però delle conseguenze sul blocco lavorativo di molti genitori per dover restare con i figli, la cosa assume anche altri aspetti problematici. Scelta difficile. Sorvoliamo sulla inadeguatezza e dispendiosità dei “banchi rotanti”. Un’ idea che farà divertire molto gli studenti, ma che farà anche impennare il debito scolastico con 3 milioni di banchi da sostituire e non avrà alcuna efficacia preventiva vista la mobilità di tali attrezzature».

Qual è lo stato dell’arte per le terapie?

«Vedo ancora una grande confusione. Per il momento i medici clinici (non i teorici assolutisti della sola bibliografia, ad oggi fortemente contraddittoria) hanno a disposizione alcuni farmaci da usare presto e bene con molta oculatezza (opinione personale da medico internista senior): idrossiclorochina, desametasone , eparine a basso peso molecolare, remdesivir, plasma convalescente. In valutazione ne hanno diversi altri e su questi l’opinione di chi li ha usati precocemente e in pratica, è molto concorde sulla loro efficacia con tutta la prudenza che serve e il continuo aggiornamento».

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