Oggi importante riunione della V^ Commissione del Comune di Verona sul tema “Covid passato, presente e futuro”. Il presidente Gianmarco Padovani, particolarmente attento alle problematiche della salute – lui stesso è farmacista, ha invitato a relazionare figure autorevoli del mondo accademico e sanitario: il prof. Ercole Concia, già Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Verona; il prof. Claudio Micheletto, direttore del reparto di pneumologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e il dott. Massimo Valsecchi già direttore Sanitario dell’Ulss 20.

E’ stata una delle sedute più interessanti ed utile che siano mai state fatte dalla 5^ Commissione. I massimi esperti della materia hanno illustrato in maniera comprensibile a chiunque i termini della pandemia ed i modi per uscirne.

Il prof. Concia ha rilevato come la situazione si sotto controllo solo grazie ai vaccini. «Finora nel mondo ne sono stati somministrati 6 miliardi e 300 milioni- ha rilevato-  Non era mai successo prima. C’è quindi la ragionevole sicurezza che il vaccino è sicuro, per cui tutti dovrebbero farlo.»

Ed ha anche ricordato che sarà necessaria la terza dose, perché ormai è stato accertato che dopo 6 mesi gli anticorpi cominciano a calare. Non che per questo uno sia scoperto nei confronti del virus, ma meno coperto. Motivo per il quale tutti dovremo fare la 3^ dose.»

Il prof. Micheletto, pneumologo, ha riassunto l’esperienza del suo reparto dove sono state salvate molte vite grazie alla professionalità del personale sanitario di BorgoTrento e grazie alle attrezzature di alto livello a disposizione della struttura. Micheletto ha anche sfatato certe fake news, tipo quella che, specie nei primi tempi, non si sarebbe capito che bisognava somministrare anticoagulanti. Falsità smentita dal docente come tante altre leggende metropolitane: «L’eparina l’abbiamo sempre data a tutti i ricoverati».

Il dott. Valsecchi, grande esperto di igiene ed organizzazione sanitaria, ha posto l’accento, tra l’altro, sulla bontà del sistema sanitario veneto, specie se paragonato a quello lombardo. «Se da noi ci sono stati meno morti che in Lombardia è perché la nostra organizzazione è impostata sulla medicina di base, mentre quella lombarda sull’ospitalità, sia pubblica che privata». Per questo è necessario potenziare la medicina del territorio, traendo insegnamento dalla pandemia.»

«Ho voluto dedicare questa Commissione al tema Covid, – ha detto Padovani- invitando a relazionare tre dei massimi esperti della materia che abbiamo a Verona, per dare una segnale di quanto il Comune sia al fianco degli operatori sanitari nella battaglia contro la pandemia.»

«Abbiamo passato due anni in emergenza. Ora cominciamo a vedere la luce in fondo al tunnel – continua il presidente Padovani- ma dobbiamo organizzare meglio il nostro sistema sanitario, soprattutto quello territoriale, per garantire il miglior servizio al suo fruitore, cioè il cittadino.»