“I vizi di Attila”, Del Miglio racconta la Verona più nera dalla redazione de L’Adige

(b.g.) Mettiamo subito i puntini sulle “i”: in via Nizza c’è stata per davvero la redazione dell’Adige settimanale. Dal 2000 al 2016, giorno più giorno meno. E di quella redazione Emanuele Del Miglio (nella foto qui sotto) è stato una delle colonne portanti per due ragioni: la stazza fisica e il ruolo. Senza di lui, semplicemente non si andava in stampa.

C’era anche Cosma Brusco detto Attila? Sì, c’era e inseguiva Giulio, il direttore, per piazzare le sue storie di sangue anche se Attila è la somma di più di un giornalista dell’Adige.  E anche di qualche cronista non esattamente a ruolino del giornale fondato nel 1866 due giorni dopo L’Arena  (mannaggia alla pigrizia degli editori di allora…)…   Chi è del mestiere riconoscerà senz’altro qualche caratteristica rubata a giornalisti che a Verona hanno fatto tanta cronaca e che ancora oggi battono (in senso positivo, che pensate?) le strade della città.

C’era il caporedattore Bellotti? Urca se c’era. E c’era Giulio, il direttore? Ahi loro, pure quello c’era anche se non è stato soltanto insulti e marcette militari. Almeno, questo crede lui…

Quindi, tutto vero? No, “I vizi di Attila” è una bellissima opera di fantasia molto credibile che racconta una Verona nascosta, coi suoi segreti, i suoi personaggi per nulla “fuori dal contesto”, ma assai ancorati alla realtà. Una Verona ricca di una cronaca nera che invade assai spesso la vita di questa città bellissima, ma assai spietata.

I vizi di Attila, sette casi di nera in una Verona affascinante

“I Vizi di Attila” è l’opera della maturità di Emanuele Del Miglio che torna ai racconti brevi, ma con una aliquota ancora più alta di eleganza nello scrivere e di profondità dei soggetti. I personaggi (anche i peggiori, e ce sono) sono trattati con garbo, con ricchezza di dettagli; per un veronese è facile ritrovarvi i volti di figure pubbliche che di questa città sono state protagoniste (va detto, senza commettere le efferatezze scoperte da Cosma Brusco detto Attila) e che, sotto sotto, a ben guardare, lasciavano trasparire qualche increspatura nella loro solida immagine ufficiale.

Sullo sfondo – dicevamo – la bellezza di una città che si fa perdonare tutto, compresi i suoi abitanti.

Il passo dei racconti è veloce, è già pronto per essere portato sul piccolo schermo dove darebbe la birra a tante serie poliziesche. Attila ti cattura alla prima pagina e ti costringe a finirle tutte: 300 pagine che scorrono via veloci e leggere, senza permetterti di lasciarle nemmeno per un caffè, nella struggente attesa delle prossime inchieste di Cosma Brusco detto Attila. Non farci aspettare troppo, Manu.

Emanuele Del MiglioI Vizi di Attila

NeroPress Edizioni, pagg 298, € 18,90, ISBN: 979-12-81435-03-2

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