(di Francesco Bovolin) Impensabile che il dott. Internet non si laureasse anche in odontoiatria. Diagnosi prognosi e terapia fai da te. Impossibile resistere. Ecco quindi che il web si popola di pseudoconsulenti, pseudodottori, pseudoprofessori in grado di dare consigli, ovviamente gratuiti, a chiunque ne abbia bisogno, o pensi di averne bisogno.

Così come in medicina o in qualsiasi altra scienza però, in internet non vi sono filtri e chiunque, dico chiunque, può scrivere qualsiasi cosa. E qualsiasi cosa esso scriva sembrerà al lettore più ingenuo, un’affermazione veritiera, giusta, sulla quale far affidamento. E’ la grande trappola del web, il canto delle sirene di Ulisse, che ammaliano e seducono con facilità.

Il cittadino, o cittadina, standard, le cui conoscenze più disparate lo pongono esperto nel suo campo, troppo spesso ammaliato da siti seducenti e frasi costruite ad arte, è facilmente tratto in inganno e portato a fidarsi di quanto appare sullo schermo del suo PC.

Non dimentichiamo infatti l’autorevolezza dello schermo. La televisione, dalla sua nascita, ha sempre investito di un’aura quasi magica e comunque degna di fiducia chiunque o qualsiasi cosa vi fosse ammessa. Non era cosa comune apparire e/o parlare in televisione. Ora purtroppo tale autorevolezza si è riciclata con facilità nello schermo del nostro computer e chissà perché molti non esercitano filtri di censura nei riguardi dei suoi contenuti. Eccesso di fiducia? Mancanza di prudenza?

Altra tipologia di utente è colui che invece pecca di presunzione. Autostima a 1.00 o più, ritiene di essere in grado, con le notizie estrapolate dal web, di costruire un ragionamento organico in base al quale autodiagnosticare, e conseguentemente fare prognosi e terapia. Auguri.

Chi è in grado, senza una visita accurata, di diagnosticare un rigonfiamento del mascellare distinguendo tra una forma ascessuale o piuttosto un tumore o una calcolosi di una ghiandola salivare? E un dolore persistente in zona molare? Può essere un processo carioso, certo, ma se fosse invece un malfunzionamento dell’articolazione della mandibola?

Inoltre, non dimentichiamolo, numerose pseudoscienze, medicine alternative, teorie esoteriche magico-spiritualistiche si sono anch’esse inserite nell’odontoiatrie millantando capacità sanitarie straordinarie. Esistono persino testi di questi argomenti rivolti al lettore che vi ponga fiducia. Una di queste ha nome “dentosofia”. La scienza è un’altra cosa.

Ecco quindi la necessità di ricondurre il comportamento di tutti a un corretto rapporto fiduciario tra medico e paziente. A ognuno il suo ruolo. L’odontoiatra che ha studiato la materia è in grado di visitare il paziente e magari approfondendo le indagini effettuare una corretta scelta diagnostica e quindi terapeutica. Minare questo rapporto, porlo in discussione perché il dott. Internet, non dimentichiamo l’autorevolezza dello schermo di cui ho detto sopra, fa sorgere facili dubbi, equivale a minare un rapporto professionale che deve assolutamente essere ricondotto nei binari della scienza e non del pressappochismo.

I danni conseguenti non sono da poco. E non intendo danni molto gravi come ritenere un ascesso quello che invece è un tumore, ma anche la semplice auto-prescrizione di un inutile antibiotico, può rivelarsi un danno non solo per la sua inutilità, ma anche per la formazione di resistenze batteriche di difficile soluzione. E’ poi errore comune ritenere che se il normale antinfiammatorio  non basta, occorra passare all’antibiotico, come se questo fosse un corretto comportamento terapeutico. Altrettanti ritengono che se un antibiotico non è risolutivo, si debba aumentarne il dosaggio per avere beneficio. Errore gravissimo, il dosaggio di un antibiotico è pre-calcolato per la  sua efficacia: ridurlo lo rende inefficace, aumentarlo non serve e può portare complicazioni.

Innumerevoli gli esempi, non posso certo qui proseguire a elencarli tutti.

L’invito, quindi, è di abbandonare la sala d’attesa del dott. Internet per andare invece in quella di un odontoiatra, magari l’odontoiatra di fiducia, al quale esporre i problemi e trovarne soluzione dopo un serio, chiaro, lungo colloquio col professionista.

Questo colloquio si chiama “informazione” ed è integrato nella reciproca comunicazione. Argomento anch’esso complesso ma fondamentale. Sarà il tema del mio prossimo intervento.