Secondo Gianmarco Mazzi, amministratore delegato e direttore artistico Arena di Verona Srl che ha criticato pesantemente la limitazione a mille posti cui dovrebbe essere costretta l’Arena di Verona in base al decreto Draghi sulle nuove norme anti-Covid, ci troviamo di fronte al “paradosso del coprifuoco dello spettacolo”.Che cosa intende? 
Il paradosso del coprifuoco dello spettacolo, così lo possiamo chiamare, è quello in cui sono incappati i tecnici del governo italiano. Da un lato – risponde Mazzi- dichiarano la ripartenza per le arene all’aperto, dando una capienza di 1.000 persone (forse con possibilità di deroghe ad ampliarla), dall’altro mantengono il coprifuoco alle 22.00 che, di fatto, esclude qualsiasi possibilità di far tornare a vivere lo spettacolo dal vivo (per non parlare dei cinema all’aperto…).
E’ evidente, infatti, che gli spettacoli a cielo aperto, soprattutto durante la calda stagione estiva, nascono per la partecipazione serale e il coprifuoco fissato a quell’ora impedirebbe qualsiasi soluzione, considerando che spesso il pubblico del live si muove anche da molto lontano per seguire i concerti preferiti.
Le prescrizioni dei tecnici del governo, purtroppo, peccano di quella armonizzazione, necessaria e di buon senso, alla quale ci auguriamo possano mettere mano e testa al più presto.

Ha idea, lei che è uno dei massimi esperti del settore spettacolo, come superare questa situazione paradossale?

Per superare questo paradosso, – risponde deciso Mazzi- si dovrebbe autorizzare un orario posticipato di fine spettacolo, ad esempio mezzanotte, e si potrebbe attribuire ai biglietti d’ingresso, nominali e con indicata la data e l’orario sia di inizio che di fine spettacolo, il valore di “autocertificazione” che consenta al titolare di tornare a casa, derogando al coprifuoco, ovviamente solo per quella sera.”

Un’idea, tutto sommato, abbastanza logica ed anche semplice da realizzare. Ma siamo in Italia…