La violenza sulle donne a Verona secondo i dati del Comune

La Prima e la Quinta Commissione consiliare hanno dedicato  la seduta congiunta della vigilia del 25 novembre alla giornata contro la violenza sulle donne.  Nel corso della riunione, presieduta dai consiglieri Andrea Baciga e Gianmarco Padovani, sono stati resi noti, fra le altre cose, i dati su quello che accade a Verona. Giulia Franchi, assistente sociale e funzionaria dell’area Servizi Sociali, centro P.e.t.r.a., del Comune di Verona ha detto che i numeri raccolti «non lasciano a interpretazioni. L’accesso al centro antiviolenza da agosto a fine ottobre 2021 ha registrato 351 contatti, 174 casi nuovi e 1.751 sono stati i colloqui effettuati. Per le accoglienze di emergenza nella Casa della Giovane, da gennaio a fine ottobre 2021 si sono registrate 19 donne sole o con bambini e per la casa di P.e.t.r.a. di 10 donne. I numeri sono in aumento, non abbiamo purtroppo un minuto libero.  Le donne che si rivolgono a noi – ha continuato la Franchi- arrivano in maniera prevalente, dopo episodi di violenza ripetuti nel tempo e negli anni; tante tendono a giustificare, minimizzare, e fanno fatica a prendere consapevolezza. In aumento anche i casi di mamme, sole, di una certa età, che ricevono violenza dai figli.» 

Di solito il primo contatto della vittima è per telefono, al numero verde dedicato, ma anche via mail. Il presidente Bacciga ha ricordato la mozione, redatta con il presidente Padovani, e approvata in Consiglio Comunale, dell’apposizione del numero verde di P.e.t.r.a. sugli scontrini delle farmacie per informare più efficacemente dell’esistenza di centri a cui ci si può rivolgere per avere un aiuto. «L’età e la classe sociale delle vittime è eterogenea – ha proseguito Franchi –. In particolare ci contatta la fascia di età tra i 40 e 50 anni, mentre non c’è una prevalenza per quel che riguarda etnia, cultura e istruzione. Chi si rivolge a noi sono donne, che hanno già denunciato e vogliono quindi intraprendere un percorso, ma anche coloro che a un primo accesso subito non ne fa seguire un secondo perché non sono in grado di capire pienamente quello che stanno vivendo; messe però davanti al problema, e avendo ricevuto una consulenza anche in ambito legale, nel tempo si ripresentano.»

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