L’incendio che ha distrutto il salumificio Coati lascia senza lavoro i dipendenti. I sindacati al lavoro per attivare gli ammortizzatori sociali

L’incendio che ieri pomeriggio ha completamente distrutto il salumificio Coati di Arbizzano pare non abbia conseguenze sulla popolazione delle zone circostanti. La densa e altissima colonna di fumo che è stata visibile anche a molti chilometri di distanza, assicura l’Arpav, l’agenzia veneta per l’ambiente, non produce -almeno finora- conseguenze nocive per chi respira all’aperto, anche se questa mattina nella zona nord  della città, la più vicina al luogo del disastro, nell’aria si sentiva ancora una leggero odore di bruciato ed il cielo era ancora offuscato dai residui del fumo.


Ma quel che conta è che il disastro ambientale è stato fortunatamente evitato. Non quello economico però, che colpisce un’azienda florida che dà lavoro a 170 fra operai, tecnici e impiegati che a causa del disastro saranno costretti a rimanere a casa. E non si sa fino a quando. In attesa che si trovi una soluzione per riprendere l’attività produttiva, ma la dimensione del disastro fa prevedere tempi piuttosto lunghi, il primo problema che si pone è quello di dare un sostegno a tutti i dipendenti della Coati che sono rimasti senza lavoro. Il sindacato Cisl, il più rappresentato nell’azienda, si è già attivato attraverso Massimiliano Zanaglia, operatore sindacale della Fai Cisl, per mettere in sicurezza i redditi dei lavoratori e delle loro famiglie il prima possibile e collaborare per individuare tutti gli ammortizzatori sociali disponibili.

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