L’ipotesi di primarie del centrodestra per scegliere i candidati sindaci del 2022 è tutta da discutere.

«In ogni caso – ci dice il responsabile provinciale e deputato di Fratelli d’Italia Ciro Maschio – la linea del partito non cambia. Là dove c’è un sindaco uscente vale la regola che si riconferma il sindaco uscente, sempre se uno dei partiti della coalizione se lo intesta. Dove non c’è un sindaco uscente o c’è un sindaco civico uscente che nessuno si intesta, lì ci sta che si possano fare le primarie. Quindi- precisa Maschio- è cosa ben diversa dal dire che si fanno le primarie dappertutto, anche dove ci sono i sindaci uscenti. Anche perché se passasse questo criterio allora le primarie si dovrebbero fare dappertutto, come per i presidenti di regione eccetera, eccetera. Ma in questo momento il tema non è all’ordine del giorno».

Effettivamente le primarie non fanno parte della tradizione politica italiana. Nel recente passato qualche partito le ha fatte, ma sono sempre diventate motivo di polemiche per come sono state organizzate e gestite. E poi, chi vota? I dirigenti del partito? I militanti? Gli iscritti? O chiunque  passa purché dia un obolo come aveva fatto il Pd? E se vota chiunque chi ci dice che non vadano a votare anche gli avversari politici per far prevalere il candidato più debole?

Quindi a Verona? «Quindi a Verona il sindaco uscente c’è già ed è Sboarina» taglia corto Ciro Maschio. E, riallacciandosi al fatto che è per Como che è uscito il discorso delle primarie, conclude: «Como è un caso diverso perché lì il Sindaco è un civico. Se la Lega se lo intesta e lo ripropone a noi sta bene, se non se lo intesta nessuno, si può cambiarlo…» Ed è esattamente la stessa situazione che c’era a Verona prima che Sboarina entrasse in FdI.