Neuroscienze, la nuova sfida di Giovanni Serpelloni: un centro a Verona per la TMS

La “Stimolazione Transcranica Magnetica” è una nuova tecnica poco conosciuta che proviene delle Neuroscienze avanzate e negli Stati Uniti è risultata efficace e sicura per curare molte patologie a localizzazione cerebrale a volte molto resistenti ai normali trattamenti. Giovanni Serpelloni, medico neuroscienziato con esperienze negli Stati Uniti e direttore del Neuroscience Clinical Center & TMS Unit (con sedi a Verona, Milano e Roma), nel 2007 ha portato anche a Verona questa innovativa tecnica terapeutica. «La Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS), che il nostro Centro Clinico di Neuroscienze (www.neuroscienze.online) utilizza per aiutare le persone portatrici di alcune patologie, spesso resistenti ai normali trattamenti farmacologici convenzionali, è una tecnica innovativa di neuro-modulazione cerebrale. Si tratta cioè di una stimolazione con onde magnetiche che riesce a influenzare importanti funzioni cerebrali agendo direttamente sui neuroni. La TMS si è dimostrata sicura ed efficace. I primi studi sulla TMS, infatti, risalgono al 1985 con ricerche molto approfondite e multidisciplinari che ne hanno dimostrato l’efficacia e soprattutto la sua sicurezza».

Quali patologie possono trarre vantaggio da questo trattamento innovativo?

«Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che sono molte le patologie importanti che possono trarne beneficio, quali la Depressione, il Dolore neuropatico cronico post ictus, Cefalea cronica, l’insonnia grave, i disturbi alimentari da iperalimentazione compulsiva, il disturbo ossessivo compulsivo, le dipendenze, i deficit cognitivi e di memoria nelle malattie cerebrali degenerative, ecc. Infatti, anche i deficit cognitivi correlati ad Alzheimer possono trarne beneficio. Inoltre la TMS si è dimostrata efficace e sicura anche per varie forme di dipendenze (da sostanze, alcol, nicotina, da internet e gioco d’azzardo)».

Un disturbo che molte persone soffrono è l’ansia ingiustificata. Questo trattamento può essere utile per ridurre questa condizione?

«La TMS può essere utile anche nella cura dell’ansia grave e nelle crisi di panico. L’ansia, entro certi livelli, è un meccanismo fisiologico di risposta del nostro cervello. Provare un po’ di ansia in certi momenti è normale, ma anche utile ad affrontare più efficientemente gli impegni che si presentano ogni giorno. L’ansia diventa patologica e un vero e proprio disturbo quando è generalizzata e non motivata, quando compare e cresce in maniera esagerata in qualsiasi situazione anche normale, magari fino alle crisi di panico. In questo caso l’ansia diventa un vero e proprio problema, che può ostacolare di vivere una vita equilibrata, serena e produttiva. In questa condizione la TMS può essere utile per ridurre questo disturbo oltre che per evitare di abusare di farmaci ansiolitici, che spesso vengono ricercati e assunti compulsivamente da questi pazienti con creazione di dipendenza farmacologica».

Anche le dipendenze comportamentali, come il gioco d’azzardo o da sesso, possono trovare un aiuto con TMS?

«Per quanto riguarda le dipendenze da sostanze e da comportamenti, sebbene le due situazioni richiedano complessi interventi terapeutici differenti, recenti studi affermano che così come le sostanze d’abuso sono nocive per i circuiti cerebrali, anche i comportamenti come il gioco d’azzardo o da sesso compulsivo possono portare a delle alterazioni analoghe a livello di neuroni che possono generare dipendenza e forte desiderio incontrollabile. Disturbi che  comunque possono essere curate con la TMS come terapia complementare al supporto psicologico e a volte farmacologico. La nostra esperienza clinica lo ha dimostrato ampiamente».

Ma come funziona la TMS sul cervello e quali effetti sui neuroni produce?

«Si tratta di una innovativa tecnica non invasiva e non dolorosa che va a stimolare con onde magnetiche, mediante il posizionamento sul capo di una bobina generante queste onde, specifiche aree del cervello che presentano deficit o problemi di regolare funzionamento, riportandole ad una attività fisiologica. La TMS non è dolorosa per il paziente e non genera disturbi o effetti collaterali importanti. La TMS ha effetti neurofisiologici importanti e molteplici, come dimostrato da molte ricerche, ed è per questo che funziona in varie patologie. I principali effetti fino ad ora scoperti sono: “effetto neuroplastico” sui neuroni con formazione di nuove sinapsi cerebrali importanti per ristabilire le normali funzioni; “effetto neurochimico” positivo con rilascio di sostanze utili per il miglioramento del tono dell’umore quali la dopamina, la serotonina e i fattori di crescita e aumento di flusso sanguigno e quindi dell’ossigeno a livello delle aree cerebrali sofferenti stimolate con miglioramento della vita e della funzionalità neuronale. Ultimamente è stato scoperto anche un effetto antinfiammatorio con diminuzione delle sostanze che generano infiammazione nel sangue cerebrale».

Il vostro centro si occupa anche di formazione specialistica sulla TMS?

«Si, vogliamo divulgare una cultura neuroscientifica anche in ambito clinico e non solo nella ricerca. In ottobre faremo un webinar gratuito aperto sia ai professionisti ma anche alla popolazione interessata, per spiegare queste cose che in Italia sono ancora molto poco conosciute ed utilizzate anche se negli USA sono integrate e autorizzate dalla FDA da molti anni».

È prevista la collaborazione con altri specialisti?

«I nostri professionisti utilizzano la TMS fin dal 2007, accumulando una notevole e specifica esperienza clinica che mettono a disposizione anche dei colleghi specialisti impegnati nella cura delle varie patologie. La TMS può essere una ottima terapia complementare ai trattamenti standard per migliorarne l’efficacia. Il nostro centro infatti incentiva una politica di collaborazione trasversale ed allargata con tutti gli specialisti e i colleghi che trattano le varie patologie con metodi convenzionali (e a volte solo farmacologici), per poter affiancare la TMS come terapia complementare innovativa. Questo ha comportato anche spesso la riduzione dei carichi farmacologici in molti pazienti con riduzione anche degli effetti collaterali. Una cosa positiva per i pazienti che spesso mal sopportano carichi farmacologici molto elevati».

Il vostro centro utilizza anche tecniche di Realtà Virtuale (VR) da associare alla TMS?

«Si, con una collaborazione con un gruppo australiano abbiamo messo a punto una serie di programmi specifici con finalità antistress, ansiolitiche e antidepressive. Vengono utilizzate queste tecniche innovative anche per creare maggior consapevolezza nei pazienti della propria patologia e dei modi migliori per fronteggiarla e gestirla. Sono tecniche complementari molto utili anche per la gestione del dolore. Attraverso visioni tridimensionali virtuali dello spazio circostante del soggetto, che indossa uno speciale visore, siamo in grado di ricreare ambientazioni ed esperienze sensoriali con un elevato quantitativo di interazioni e stimoli neuropsichici utili anche a scopi terapeutici».

Quali sono le prospettive per il futuro?

«Continuare a ricercare e studiare sempre nuovi metodi e tecnologie avanzate per poter offrire soluzioni sempre più efficaci e utili a sollevare e risolvere vari tipi di patologie che appaiono ancora oggi ancora difficili da curare e spesso refrattarie ai trattamenti convenzionali. Infine le nostre collaborazioni internazionali con centri di ricerca e clinici nell’ambito delle neuroscienze ci stimolano ad andare avanti su questa strada innovativa che porterà sempre migliori benefici per i nostri pazienti e la loro qualità di vita».

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