Nordest, offerta ufficiale di Marchi per i giornali Gedi. Ma per ora in “cordata” nessun imprenditore veronese

La notizia era nell’aria da un mese, ma ieri se n’è avuta la conferma ufficiale: la società Gedi, editrice tra l’altro di Repubblica e La Stampa, ma anche di gran parte delle testate del Nordest, ha ricevuto formalmente l’offerta di acquisto per i quotidiani attivi nel Triveneto (Corriere delle Alpi, Mattino di Padova, Messaggero Veneto di Udine, La Nuova di Venezia e Mestre, Il Piccolo di Trieste, la Tribuna di Treviso e Nordest Economia) da parte di Banca Finint, la principale società del gruppo che fa capo al presidente di Save Enrico Marchi.

I comitati di redazione dei giornali esprimono perplessità e la segretaria generale della Federazione della Stampa Alessandra Costante chiede la garanzia che i livelli occupazionali vengano tutelati e che “la salvaguardia delle redazioni sia parte integrante dell’accordo”. La FNSI ha riassunto in una nota lo stato della trattativa che rischia di trasformarsi in una girandola di vertenze, eppure si parla di una possibile intesa per il passaggio di mano già entro giugno, condizionata al buon esito delle trattative. Le parti negozieranno in esclusiva durante lo svolgimento della due diligence e nel frattempo predisporranno e discuteranno i documenti contrattuali dell’operazione.

Rispetto alle voci di fine febbraio sono emersi alcuni dei nomi che compongono la cordata destinata ad affiancare Marchi e che ha presentato l’offerta. Sono diverso esponenti del mondo imprenditoriale veneto, conferma una nota di Banca Finint. Anzi, l’istituto ha presentato l’offerta proprio per conto di una newco appositamente costituita, della quale nella prima fase fanno parte, oltre a Finint, Alessandro Banzato di Acciaierie Venete, Enrico Carraro dell’omonimo gruppo industriale, Federico De’ Stefani di Sit Group, le famiglie Nalini (gruppo Carel) e Zanatta (Tecnica Group), e Videomedia, attiva in campo televisivo con la vicentina TvA e TeleChiara.

Enrico Marchi, presidente del Gruppo Finint e di SAVE
Le principali testate del gruppo Gedi edite nel Nordest

Soddisfatto il promotore della cordata Enrico Marchi: “Sono particolarmente lieto di questa iniziativa concepita insieme a una compagine azionaria estremamente qualificata. Contiamo nelle prossime settimane di coinvolgere anche rappresentanti della miglior imprenditoria del Friuli Venezia Giulia”, aggiunge, implicitamente escludendo che, almeno per adesso, vi siano anche veronesi tra gli imprenditori interessanti alla partita. Non sono mancate anche le voci di chi teme si tratti di una mossa preliminare a una discesa in campo politica di Marchi, interessato alla poltrona che potrebbe essere (ma questo è ancora da vedere) lasciata libera da Luca Zaia come governatore del Veneto.

Va aggiunto che con Verona, dove controlla l’aeroporto Catullo, Marchi ha sempre avuto un rapporto a due velocità: veloce nel prendere e consolidare le redini dello scalo di Villafranca, ma molto lento per non dire fermo inchiodato nel dare riscontro alle molte voci in dissenso per la gestione del business dell’aviazione civile. Voci che lo hanno spesso accusato di privilegiare all’interno di Save gli interessi dei gioielli della corona Venezia e Treviso e nel lasciar impoverire il Catullo e il D’Annunzio di Brescia Montichiari: riducendo di fatto al lumicino l’attrattività e quindi i passeggeri del primo e derubricando progressivamente il secondo a uno scalo cargo prima e oggi a un deserto frequentato praticamente solo da (pochi) voli postali e qualche aereo da turismo.

“Le testate in questione sono un asset di straordinaria importanza per la comunità triveneta, cui ci proponiamo di dar voce sempre più estesa e autorevole anche sul piano nazionale, con un gruppo improntato all’informazione multimediale”, spiega comunque Marchi entrando nel dettaglio. “Le redazioni giornalistiche, dunque, con competenze ed esperienze che costituiscono un unicum su scala Nord-Est, sono il fulcro fondamentale di questo progetto di sviluppo, da valorizzare e integrare nel lungo periodo. E le relazioni con le comunità dei diversi territori sono il massimo patrimonio da coltivare”.

Comprensibilmente sul chi vive, in una nota congiunta i comitati di redazione delle testate interessate auspicano che le intenzioni della cordata di industriali capeggiata da Banca Finint “siano confermate, qualora la Newco appena costituita decida davvero di rilevare le testate oggetto della trattativa”. Per i Cdr “è positivo che l’annuncio metta un argine alle indiscrezioni sull’esistenza di tre cordate interessate all’acquisto, ma preoccupa che i tempi indicati dai vertici di Gedi prevedano un percorso di almeno sei mesi di sospensione, che segnerà la vita e il lavoro delle redazioni e dei giornalisti che vi operano”.

I redattori destinati alla dismissione da Gedi ricordano poi che “l’attuale editore ha assicurato che l’iter comprenderà i dovuti confronti sindacali sul mantenimento dei livelli occupazionali, rimandando tuttavia ogni garanzia alle decisioni della società che subentrerà nel controllo delle testate, alla quale i Cdr si appellano affinché venga presentato un piano industriale ed editoriale solido, capace di mantenere i livelli occupazionali attuali e di puntare in prospettiva a un rafforzamento delle redazioni e dunque della qualità dell’informazione”.

I Comitati di redazione aggiundono di essere “pronti fin da ora a incontrare il presidente di Banca Finint per ascoltare le intenzioni della cordata da lui rappresentata e auspicano che questo passaggio possa avvenire il prima possibile. Resta forte la perplessità”, concludono però, “per l’approccio editoriale del gruppo Gedi, che dopo aver negato a dicembre ogni volontà di vendere ha repentinamente mutato i propri piani e che ora ufficializza l’entrata nel vivo della cessione”.

Al fianco dei colleghi delle testate interessate dell’operazione torna a schierarsi la Federazione nazionale della Stampa italiana. “La Fnsi chiederà con forza il mantenimento dei livelli occupazionali che sono anche garanzia di una informazione professionale e libera”, rileva la segretaria generale Alessandra Costante. “Il sindacato auspica che nella trattativa tra le parti la salvaguardia delle redazioni, delle particolarità territoriali e del pluralismo sia parte integrante dell’accordo”. Interviene anche il sindacato giornalisti Veneto, anticipando che vigilerà con i Cdr sulla cessione del ramo d’azienda “per scongiurare soluzioni traumatiche sia per i dipendenti che per i collaboratori”, e allo stesso tempo tutelare l’informazione locale, “irrinunciabile presidio per dare voce al territorio”.

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