Porta Borsari, ecco il progetto di Acque Veronesi per azzerare gli allagamenti

(aggiornato) Vasi comunicanti, li abbiamo studiati tutti a scuola. Ma un conto è la teoria, è un conto è la pratica. Soprattutto se i vasi passano attorno e sotto una zona archeologica di primaria importanza come è quella che raccorda Porta Borsari al fiume lungo via Diaz. Ma sarà proprio la legge dei vasi comunicanti a permettere ad Acque Veronesi di mettere finalmente in sicurezza la porta romana effettuando dei lavori che avranno un’enorme incidenza in termini di efficienza, ma un bassissimo impatto per la città. I lavori infatti verranno eseguiti con una tecnologia in sotterranea che eviterà l’apertura (e quindi la chiusura al traffico) di tutta via Diaz, ma comporterà soltanto un singolo cantiere a cielo aperto per il “pozzetto di spinta” che verrà ubicato all’inizio di Lungadige Panvinio e per il quale si renderà necessario lo smantellamento e lo spostamento del monumento alla corporazione dei lanaioli, l’agnello sulla colonna, sulla destra nel giardino prima del Ponte della Vittoria.

«L’intervento è importante e presentava due criticità – commenta l’ingnegner Roberto Mantovanelli, presidente di Acque Veronesi -: il finanziamento di 2,1 milioni€ cui ha provveduto la Regione; la tecnicalità dell’opera dato che la condotta che installeremo ha 1,2 metri di diametro così da poter rispondere agli eccezionali eventi meteo che stanno diventando una costante. La soluzione adottata è quella “a sifone” che permette di scendere sotto la fascia archeologica (Ordine degli Ingegneri e Soprintendenza sono stati coinvolti nella progettazione) e di portare per gravità le acque in eccesso in Adige. Le pompe verranno utilizzate soltanto in caso di contemporanea piena del fiume. I disagi per i Veronesi saranno contenuti al minimo: a cielo aperto ci sarà soltanto il cantiere del pozzetto e la sistemazione e adeguamento delle caditoie attorno a Porta Borsari». Con questo massiccio intervento, Acque Veronesi completano un programma di lavori che è continuato negli ultimi mesi e che in questi giorni vede la chiusura del cantiere in Vicolo San Lorenzo per la installazione di uni sfioratore.

Le fasi. Lungadige Panvinio e Riva San Lorenzo non saranno chiuse contemporaneamente se non una decina di giorni nel mese di marzo. Dall’1 al 15 gennaio sarà ultimato l’attuale cantiere in lungadige Riva San Lorenzo; dal 15 al 31 gennaio ci saranno i lavori di risanamento della condotta fognaria in vicolo Riva San Lorenzo; entro il 31 gennaio saranno realizzati anche i lavori di rimozione del monumento in prossimità di Lungadige Panvinio propedeutici alla realizzazione del pozzettone. A partire dal 1° febbraio inizieranno in contemporanea i lavori di realizzazione del pozzettone di spinta per la posa della condotta in via Diaz (angolo via Diaz-lungadige Panvinio) e i lavori di realizzazione del pozzetto per la posa della calza in lungadige Panvinio (angolo lungadige Panvinio- vicolo Seghe Santa Eufemia). Infine, dall’1°al 15 marzo sarà effettuato il risanamento della condotta fognaria in lungadige Panvinio, unico periodo in cui entrambi i lungadige sono chiusi.  

Viabilità. Nonostante si tratti di un cantiere complesso e distribuito su più mesi, sul fronte viabilità non sono previste grosse criticità. Anzitutto sarà sempre garantito il normale servizio di trasporto pubblico con gli autobus che continueranno a percorrere via Diaz e corso Cavour in entrambe le direzioni. Per ovviare alle criticità legate alla chiusura del primo tratto di lungadige Panvinio, sarà reso percorribile a doppio senso di marcia via San Michele alla Porta. Ciò consentirà l’ingresso in Ztl agli autorizzati e soprattutto ai residenti delle vie limitrofe. Nello specifico: fino al 15 gennaio rimarrà chiuso l’accesso a Riva San Lorenzo; dal 15 al 31 gennaio sarà riaperta Riva San Lorenzo ma chiuso vicolo San Lorenzo (da Riva San Lorenzo a Corso Cavour); dall’1 febbraio al 15 marzo sarà chiuso lungadige Panvinio nel tratto tra via Diaz e vicoletto Seghe S. Eufemia, con conseguente divieto di sosta su ambo i lati della strada e la sospensione dei plateatici presenti; dall’1 al 15 marzo, per il completamento del lavoro, sarà necessaria la chiusura contemporanea del primo tratto sia di Lungadige Panvinio che Riva San Lorenzo.

Per Tommaso Ferrari, consigliere comunale di Traguardi: «L’intervento a Porta Borsari annunciato oggi e in generale tutti gli interventi finora realizzati, seppure utili e funzionali al miglioramento della situazione, non esauriscono il problema degli allagamenti nelle aree urbane. Alla luce dei cambiamenti climatici in atto, abbiamo visto quanto sia ormai necessario intervenire per mettere in sicurezza l’intero territorio comunale, individuando i comprensori più a rischio e le soluzioni tecniche più idonee. Ma su questo aspetto, il Comune di Verona è colpevolmente in ritardo: l’ente locale, infatti, non ha ancora firmato la convezione con Acque Veronesi e il Consiglio di Bacino veronese per la redazione del Piano per l’adeguamento idraulico delle reti fognarie comunali annunciata a più riprese nell’autunno 2020, a seguito del terribile evento del 23 agosto. Si tratta di una convenzione importantissima, grazie alla quale verrebbe finalmente realizzato lo studio complessivo per il riassetto idraulico, che a Verona manca dal 1970, e verrebbero progettati gli interventi strutturali necessari alla messa in sicurezza idraulica del territorio. L’accordo è pronto da un anno e da un anno giace in un cassetto di Palazzo Barbieri, in attesa di essere firmato. Nel frattempo ci si affida a infrastrutture obsolete che in diversi casi, in tempi recenti, hanno dimostrato tutta la loro inefficacia».

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