Rassemblement vecchi e nuovi, cambi di casacca, nuovi elettori e uscite di scena: vediamo quanto valgono le nuove coalizioni che si contendono Verona

(aggiornato ore 14.06) La donna è mobile…mai quanto i politici veronesi. Dal 2017 i cambi di casacca sono stati numerosi a Palazzo Barbieri e la composizione delle nuove liste ed alleanze elettorali diventa quindi un po’ complicata per cercare di fare dei raffronti. Capiamoci, quello che vi apprestate a leggere è un gioco fatto coi numeri. Ovvero, ricreando le coalizioni dei candidati sindaci attuali con le coalizioni delle ammnistrative scorse, aggiornandole coi cambi di casacca, quali sono le posizioni di partenza delle diverse coalizioni?

Ora, le variabili di questo gioco sono tantissime. Banalmente gli elettori hanno lo stesso diritto degli eletti: ovvero, possono cambiare opinione e casacca. Inoltre, è cambiata la base elettorale: gli elettori con diritto di voto sono oggi 202.638 contro i 200.767 di cinque anni fa; considerando l’affluenza di allora i voti utili potrebbero essere quest’anno poco meno di 116mila, un migliaio in più rispetto a cinque anni fa. Altra variabile: gli elettori per la prima volta al voto, sono ben 2mila600 il cui pensiero è sostanzialmente un mistero. Ulteriore variabile: il voto etnico. Mai come quest’anno i candidati sono andati a cercare voti nel mosaico delle nazionalità dei nuovi veronesi: le comunità srilankese, tunisina, marocchina, pachistana, moldava, albanese, ucraina…tutte hanno piazzato i propri candidati. “Noi con l’Italia” vanta il record: ha ben 14 nazionalità in lista: è la nuova Verona, ma soltanto martedì sapremo dove si collocano queste comunità. Saranno conservatrici? Oppure politicamente attente ad un tema come lo ius soli tipico del campo progressista? Mistero. Ulteriore variabile: la questione femminile. Sono 106.904 le votanti, 11.170 più dei maschi e ben 1.250 al primo voto. Avranno lasciato un peso le polemiche sulla presenza femminile negli strumenti di guida di Verona oppure no? Cinque anni fa c’erano due candidate che correvano per vincere, Patrizia Bisinella e Orietta Salemi; oggi ci sono sempre due candidate-sindaco – Anna Sautto, 3V verità e libertà, e Paola Barollo, Costituzione Verona libero pensiero – che oggettivamente difficilmente andranno oltre la “testimonianza”.

Passiamo ora alla scomposizione/ricomposizione dei poli elettorali: la domanda è semplice, chi degli attuali candidati ci ha guadagnato di più? Per farlo abbiamo riclassificato i voti ottenuti dai partiti al primo turno. La prima tabella è la composizione delle liste al 2017:

La seconda tabella, qui sotto, rappresenta le “nuove” coalizioni riclassificate con le nuove adesioni a livello di partito. Ripetiamo, i voti sono sempre quelli del 2017. All’appello mancano però ben sette liste che cinque anni fa erano sulla scheda elettorale che quest’anno non troveremo ma che saranno spalmate in altre liste, come Giorlo, gli elettori di Roberto Bussinello ecc. Non si tratta di poca cosa: in tutto sono 5.009 voti raccolti nel 2017 che oggi debbono trovare una collocazione che, non obbligatoriamente, sarà quella del candidato sindaco di allora. Un altro rebus (l’ennesimo di questo gioco) sta nei voti di Filippo Grigolini che nel 2017 guidava il Popolo della Famiglia che oggi invece sta con Zelger. Erano voti del leader locale o di quello nazionale? mistero. Nel dubbio, a Zelger abbiamo assegnato i suoi voti personali del 2017. In rosso le liste scomparse… In maniera analoga, quanto pesa realmente il Movimento 5Stelle? Gennari cinque anni fa prese oltre 10mila voti: erano suoi? erano legati al boom grillino come più probabile? quanti seguiranno ancora Conte e quanti comunque di questi elettori sono left-wing e quindi perfettamente inseriti nella coalizione Tommasi? nel dubbio, abbiamo lasciato tutti i voti M5S a Tommasi.

Tutto chiaro, allora? eh no, ci sono altri dati da considerare. Ovvero, quanto pesano nelle nuove coalizioni i cambi di casacca oppure i grandi portatori di voti che non si ricandidano. Ne prendiamo alcuni (molti nomi saranno sfuggiti e di questo chiediamo scusa in anticipo): sono poco meno di altri 3mila700 voti “danzanti”. C’è chi era in Forza Italia e che oggi è in Fratelli d’Italia; chi era con Tosi e Croce e oggi è con Gasparato o Tommasi; chi era nel PD e oggi è in lista per Sboarina… Cambiare opinione è un diritto anche se non rende più facile il lavoro al cronista. Di conseguenza, abbiamo una nuova tabella “riclassificata” col peso teorico delle coalizioni alla vigilia del voto.

Vuol dire che questi sono i rapporti di forza attuali? manco per sogno. Lo ripetiamo, è un gioco coi numeri. Domenica il voto farà chiarezza di tutte queste speculazioni. E, quindi, auguri a tutti i candidati.

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