Roberto Dall’Oca si ricandida: con lui tutto il centrodestra e civiche: «Completiamo il lavoro. Faccioli? gli ho parlato, se vuole dare una mano ben venga»

Roberto Dall’Oca si prende un minuto nel silenzio generare per riguardare gli appunti. Al suo fianco, al tavolo dei relatori, tutti i vertici provinciali e locali del centrodestra (Claudio Melotti, Ciro Maschio, Paolo Borchia) più la sua lista civica “Insieme si può” con Riccardo Tacconi. Davanti a se, i parlamentari del collegio (Morgante, Padovani e Gelmetti), consiglieri regionali (Filippo Rigo e Alberto Bozza), cinque giornalisti ed una sala gremita di simpatizzanti. La sua ricandidatura a sindaco di Villafranca, alla guida della coalizione larga del centrodestra, è cosa fatta. Superate le ultime difficoltà della vigilia per stabilire le regole che reggeranno il post voto, via si parte. Dall’Oca mostra per prima cosa il manifesto elettorale del 2018: più giovane, più in carne, senza pizzetto grigio, senza cinque anni di governo e, soprattutto, senza due anni e mezzo di covid e di emergenza energetica sulle spalle. «Quello che voglio farvi vedere è altro – chiosa -. Li vedete i simboli dei partiti e dei movimenti civici nel 2018? sono gli stessi che vedete qui oggi. Cinque anni fa Villafranca ha iniziato il percorso unitario del centrodestra che ha portato alla vittoria nel nostro comune col 64% dei suffragi; alla successiva vittoria alle Regionali; alla recente vittoria alle Politiche. Chi dice che si vive di solo civismo, che nei comuni non ci debbono essere i partiti, dice una grande sciocchezza: io rivendico con orgoglio il fatto che tutti i partiti del centrodestra sono al mio fianco oggi e che insieme possiamo portare Villafranca ancora più avanti grazie alle sinergie che si possono fare a Venezia, a Roma, a Bruxelles. Tocca a noi accendere queste opportunità. E noi, noi soltanto, lo potremmo fare nei prossimi cinque anni».

Dall’Oca ripercorre il percorso della sua ricadidatura e non sfugge alla ferita aperta nel centrodestra castellano per la candidatura di Mario Faccioli, sindaco per 10 anni di Villafranca (di cui Dall’Oca è stato assessore), volto storico della destra scaligera: «Ho sempre detto che la mia candidatura non era né obbligata né scontata; a quanti mi chiedono perchè ci abbiamo messo tanto rispondo che “chi corre da solo va veloce; chi corre in compagnia va più lontano”. e qui andremo lontano. E dico di più: il centrodestra non butta fuori nessuno, qui c’è lo spazio politico e culturale per lavorare per il bene di Villafranca. La porta è aperta per chi vuole contribuire. Ho parlato a Mario Faccioli, gliel’ho detto e qui lo ribadisco: a chi vuole portare idee, contributi, linfa a questo progetto le porte sono aperte. E’ ben accetto». E, non a caso, una delle idee sul tavolo – da concretizzare entro il 14 aprile quando si depositeranno le liste – è aiutare una lista civica di giovani villafranchesi a debuttare nella politica della propria città.

Da dove riparte Dall’Oca? la sua amministrazione porta all’occhiello diversi risultati positivi: gli investimenti fatti in cinque anni, 32 milioni€ (mille euro ad abitante in opere pubbliche realizzate); il non incremento delle tasse ma la riduzione del debito pubblico comunale da 14 a 10 milioni; la realizzazione di parchi, la svolta green attraverso riforestazione urbana, la nuova illuminazione pubblica a Led e la mobilità elettrica, i 250 posti di lavoro trovati tramite lo sportello comunale. «Potevamo fare di più e meglio? certo che sì, sono il primo a dirlo: nessuno nasce “imparato” e abbiamo dovuto affrontare la pandemia. In coscienza abbiamo dato il massimo. Ma c’è ancora tanto da fare per sviluppare Villafranca e il suo comprensorio: penso alla grande sfida dell’aeroporto Catullo; al Magalini e cosa vogliamo che diventi; penso alla mobilità pubblica che deve vedere il collegamento ferroviario Mantova-Villafranca (Catullo)-Verona e quello col lago; penso alle comunità energetiche da lanciare, penso alle 3mila imprese che dobbiamo aiutare a crescere. E ora che abbiamo rimesso a posto castello, Palazzo Bottagisio, reso il centro una galleria d’arte dobbiamo trovare la soluzione per far crescere gli arrivi nella nostra città. Ma da soli non possiamo farcela: abbiamo una grande “filiera” politica ed amministrativa da far valere. E ce l’abbiamo soltanto noi».

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail