San Zeno di Montagna, AGS investe sulla distribuzione dell’acqua potabile

Un nuovo impianto di pressurizzazione per l’acqua potabile consentirà la fine dei disagi nella distribuzione di acqua potabile a San Zeno di Montagna. Azienda Gardesana Servizi, infatti, sta per concludere l’intervento di potenziamento del sistema di raccolta e distribuzione dell’acquedotto a servizio del Comune montano. La crescita di presenze turistiche, anche nelle seconde case, ha creato a San Zeno, soprattutto nei fine settimana d’estate, un grande aumento di richiesta d’acqua e, di conseguenza, difficoltà di ripristino del livello a uno dei due serbatoi in cui si raccoglie la risorsa idrica destinata alle abitazioni del paese.

“Per potenziare il sistema di distribuzione di acqua potabile, renderlo più efficiente e migliorare complessivamente il servizio – sottolinea Angelo Cresco, presidente di AGS – abbiamo progettato, con i nostri tecnici, un innovativo impianto di pressurizzazione che eviterà lo svuotamento del serbatoio che si trova nell’area verde tra Via Stropea e Pineta Sperane. In questo progetto AGS sta investendo 190mila euro, investimento che servirà a risolvere le difficoltà di distribuzione anche in concomitanza con picchi di richiesta d’acqua da parte di residenti o di infrastrutture turistico-alberghiere.

L’intervento progettato da AGS prevede la realizzazione di un nuovo sistema di “rilancio”, costituito da una vasca che sarà interrata nel piccolo triangolo di terra, all’incrocio tra le due vie. La vasca sarà dotata di due pompe ad alta efficienza energetica, costantemente monitorate 24/24 h da sensori connessi al sistema di telecontrollo aziendale. 

“L’impianto di pressurizzazione – spiega Carlo Alberto Voi, direttore generale AGS – è stato collegato al serbatoio di via Stropea con una nuova tubazione lungo via Capra. Questo intervento ci dà l’opportunità anche di sostituire 300 metri di un tratto, ormai vetusto, di rete idrica oggi in acciaio. Particolare attenzione è stata posta al contesto ambientale, inserendo quanto più possibile il manufatto nel versante e rivestendo le porzioni di muratura fuori terra con materiale lapideo locale”.  A intervento completato, le aree “a verde” saranno pertanto rese disponibili nuovamente, permettendo la fruibilità dell’area.

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