The lady is a tramp: Daniela Drudi, la pasionaria del cambio di casacca, quattro gruppi in quattro anni

Un consigliere comunale su tre ha cambiato casacca in questa legislatura, un record. Michele Bertucco chiede al comandante Altamura di distaccare un vigile urbano per gestire il traffico in Consiglio comunale. E fa l’elenco della transumanza: Alessandro Gennari dai Cinque Stelle alla Lega, Mauro Bonato, eletto con la Lega, passato al Gruppo Misto, andato a Verona Pulita, quindi diventato Prima Verona e infine approdato a Verona Domani. E ancora: Maria Fiore Adami da Battiti a Fratelli d’Italia; Paola Bressan da Battiti a Forza Italia; Thomas Laperna dalla Lega a Verona Domani; Gianmarco Padovani da Verona Pulita al Gruppo Misto e infine a Fratelli d’Italia; Paolo Rossi da Verona Domani alla Lega per poi tornare a Verona Domani; Roberto Simeoni dalla Lega a Battiti; Velardi da Forza Italia alla Lega.  Nel gruppo misto troviamo infine Anna Leso proveniente dalla Lista Tosi e Carla Padovani cacciata dal Pd. «Ora tocca a Daniela Drudi che punta oggi le sue fiches sulla Lista Tosi a cui arriva proveniente da Verona Domani che poco tempo prima aveva preferito a Fratelli d’Italia a cui era a sua volta arrivata proveniente dalla lista civica del Sindaco Sboarina Battiti per Verona» chiosa Bertucco: «Quattro gruppi in quattro anni…»

Anche Verona Domani ha stigmatizzato il nuovo giro di valzer della Drudi: «Anche tra i discepoli c’era un traditore, Giuda Iscariota, e come disse qualcun’altro prima di noi: “noi non siamo certo meglio di Gesù”. Ma per la povera Drudi è ovviamente la parabola finale di un peregrinare vergognoso ed irrispettoso verso i suoi elettori. I principali traditi infatti sono questi ultimi. Prima Berlusconiana di ferro, poi Tosiana di interesse, e grazie al nostro aiuto e sostegno, Presidente di Circoscrizione della Prima, mai amata e sempre sul filo. Allora in guerra con il Sindaco Tosi, reo a suo dire di non aver mai rispettato il Centro Storico con eventi degni delle sagre paesane. Aderente a Verona Domani, eletta in Battiti per Verona Domani, non certo con una cifra eccellente ma ripescata con le dimissioni degli assessori e passata anche con i voti di chi ha tracciato la croce sul simbolo della lista civica senza scrivere il suo nome. Da subito promossa a Presidente di una delle Commissioni più importanti vale a dire la Cultura grazie all’appoggio e sul conto di Verona Domani» rimarca una nota della lista civica.

Che aggiunge: «Poi peregrinata in Fratelli d’Italia perché a suo dire Lei sarebbe stata l’unica vera assessora alla Cultura e il Movimento Civico le avrebbe invece preferito l’avv. Francesca Briani. Iscritta convinta a FDI, neo pasionaria della Destra Liberale e Conservatrice Italiana, si rende protagonista di un ritorno in Verona Domani, convinta che l’assenza di rappresentatività sopraggiunta del movimento le potesse garantire l’agognato assessorato. Ma nulla…visto che la carega tarda ad arrivare si prepara all’ennesimo ribaltone verso il tanto “odiato” Tosi (tramite la porta di Forza Italia) che non si limitò a criticare da mai compianta Presidente del Centro. Ci fermiamo per rispetto dell’età». «Certo non le fa onore scappare di casa in questo modo, senza nemmeno un avviso agli amici di viaggio che l’avevano riaccolta come in famiglia. Per noi ovviamente – prosegue la nota di Verona Domani – Daniela è espulsa con effetto immediato. Lei non rappresenta di certo un bell’esempio per le donne che noi abbiamo sempre valorizzato, nominandone con coraggio in ruoli di responsabilità. Si cerca a livello nazionale con provvedimenti legislativi discutibili di imporre un numero di quote di genere negli enti e società partecipate che assomigliano molto alla “riserva indiana”, ma questi esempi non onorano certo la categoria! Constatiamo come Verona Domani dia evidentemente fastidio visto che sono iniziate le guerre per il rinnovo del Consorzio Zai, la mozione di sfiducia a Falavigna ed ora questa fuga senza bottino. Secondo noi, vi è una evidente unica regia. Rifletta bene il Sindaco Sboarina. “Ad impossibilia nemo tenetur”, di fronte al “non-senso, nulla è impossibile!».

 

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