Thomas Conzato. Il vignaiolo esploratore che pratica l’agroecologia e sfida il suo territorio

(di Bernardo Pasquali). Ricordatevi questo nome, Thomas Conzato di Breganze, sarà una voce che si farà sentire nel grande coro dei produttori di vino italiani…e, forse, sarà decisamente “fuori” dal coro. I suoi vini parlano chiaro e testimoniano la grande determinazione di questo giovane vicentino; egli cerca la sintesi e la purezza di un vitigno ma sfida un territorio, quello di Breganze che, secondo lui, ha perso di vista la qualità e l’unicità espressiva del suo vitigno: il vespaiolo.

“Amo il mio territorio, i sassi dell’Astico, le terre magre e limose dove prevale il löss che offre risultati stupefacenti nel vino. Amo il vitigno che gli appartiene, il Vespaiolo, e credo che sia stato continuamente sottovalutato con delle interpretazioni enologiche che ne hanno logorato l’immagine e tolto la vera identità” – afferma deciso Thomas Conzato. “Mi ispiro alla Francia, in modo particolare, allo Chablis e alla Loira, a terre ricche di calcare e solcate da fiumi che offrono substrati minerali molto simili a ciò che si ritrova sotto i miei vigneti. Ho deciso di preservare nei miei vini tutta la forza di questa terra attraverso un’uva che non deve per forza essere considerata ‘povera’ “.

Identità, tensione acida, forza e piacevolezza. Thomas Conzato reinventa un territorio

“Nei miei vini cerco sempre una grande verticalità dei profumi, una spiccata tensione acida e l’eleganza inequivocabile della semplicità. Per arrivare a questi risultati ho ascoltato l’animo più puro del mio vigneto. Ho studiato la stratificazione del suolo, la sua composizione, la sua idratazione. Poi ho rinvigorito le vigne applicando le tecniche di gestione Simonit Sirk, in quanto è la potatura che permette il maggior rispetto del flusso linfatico e l’equilibrio vegeto produttivo, nonché la conservazione della longevità della pianta.

Thomas Conzato applica l’agroecologia, una tecnica conservativa e rispettosa dell’ambiente senza particolari protocolli o certificazioni ma solo grazie al suo amore per la natura, la biodiversità e la sostenibilità delle sue azioni in vigna. “Faccio meno trattamenti che posso – continua Thomas Conzato – cerco di fare meno passaggi che posso in vigna per non inquinare. Uso molti prodotti naturali, batteri, lieviti, insetti e, solo se la necessità lo richiede, visto ciò che sta succedendo con il cambiamento climatico in corso, utilizzo prodotti di sintesi il minimo necessario per non compromettere il vigneto. Ho ridotto tantissimo l’uso del Rame. La mia è una scelta ragionata, un biologico integrato“.

Il rispetto della natura. Una scelta libera, consapevole e ragionata

Thomas Conzato è un puro, sostanzialmente anarchico. La sua scelta rigorosa di rispetto della natura e, allo stesso tempo di conservazione dell’integrità del suo vigneto, è uno dei fattori “fuori” dal coro di cui si parlava prima. “Non voglio praticare alcuna “religione green”, mi sento un tutt’uno con la mia terra e le mie vigne. Non faccio diserbo né chimico né meccanico, sfalcio normalmente oppure sfalcio a filari alterni. Cerco un manto erboso che mi fa da isolante termico e mi protegge dalle grandi piogge improvvise. Più erba sul prato e più ho un effetto di assorbimento nel sottosuolo. Con le tecniche che utilizzo in campo, riesco a favorire la proliferazione della fauna selvatica autoctona. Ecco perchè ho scelto come simbolo della mia azienda la beccaccia; lei è la regina della natura e vive solo in ambienti sani e accoglienti”.

Vespaiolo, Pinot Nero e vitigni internazionali tra le creazioni di Thomas Conzato

I nomi sono originali e riprendono vecchi nomignoli di famiglia e vecchie denominazioni dei luoghi di appartenenza in cui si trovano le vigne. Thomas Conzato crea un tributo al Vespaiolo più autentico e, se vogliamo, inaspettato che si possa immaginare. Si parte dal suo rifermentato Sur lie, Yankee, che interpreta in maniera decisa ed elegante tutta la potenza di questo territorio pur mantenendo una grande bevibili e piacevolezza cremosa della bollicine.

Il NAN, la versione in purezza del Vespaiolo più integrale e fresca, verticale, sapido e persistente. Una versione completamente unica del Vespaiolo con declinazioni chablisienne straordinarie. Poi una versione più borgognona dello Chardonnay sulle terre agre e il löss dell’Astico con il Bertilla, ricco di struttura e, allo stesso tempo, dotato di una tensione acida e una complessità che trasportano verso terre lontane di Corton Charlemagne. Le novità che arriveranno a settembre saranno invece legate ai vitigni a bacca rossa come il Pinot Nero Canaja, il Cabernet Franc, lo Sirah e il Merlot. Di questi prodotti già le anterprime regalano emozioni incredibili.

Voglio ridare una forte identità a Breganze e al suo territorio

“Il territorio di Breganze è stato sottovalutato, voglio riscattare le mie zone più pianeggianti che sono state usate solo come riserva di prodotto per fare quantità”. Con questo ardore e con grande passione, Thomas Conzato si presenta con i vini della sua prima annata, cercando di conquistare tutti quei consumatori e professionisti che non amano le mezze misure e ricercano la verità come elemento distintivo di un vino e di un territorio. Non sarà una strada facile ma il cammino lento e tortuoso ne farà sicuramente uno dei grandi interpreti del nuovo millennio del grande territorio vitivinicolo del Veneto.

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