Verona è una fogna irrespirabile, ma noi preferiamo bloccare Cà del Bue e sperperare miliardi

(di Bulldog) Ogni anno in Italia muoiono 80mila persone per inquinamento atmosferico. Siamo il primo paese in Europa e Verona che sta all’intersezione delle due più trafficate autostrade italiane non sta certamente meglio.

Le cause? La Società di medicina ambientale dichiara che le responsabilità stanno in capo in primis al riscaldamento degli edifici privati (quelli dove Giuseppe Conte non ha investito massicciamente preferendo finanziare col superbonus le villette…) cui si aggiunge il traffico e sottolinea come l’esposizione continua all’inquinamento (come avviene in tutta la pianura padana) ha gravi conseguenze sul fisico umano con tantissime patologie che colpiscono tutti, vecchi e bambini (feti inclusi) in primis. La situazione è lampante per chiunque, basta aprire la finestra di casa.

L’Europa ha deciso di intervenire con un programma chiamato “zero pollution” che prevede limiti più severi al 2030 per diversi inquinanti, tra cui il particolato (Pm2,5, Pm10), il biossido di azoto (NO2) e il biossido di zolfo (SO2). Per i due inquinanti con il maggiore impatto documentato sulla salute umana, le polveri Pm2,5 e NO2, i valori limite annuali dovranno essere più che dimezzati, passando rispettivamente dagli attuali 25 a 10 microgrammi per metro cubo e da 40 a 20 microgrammi per metro cubo, nel tentativo di ridurre di almeno il 55% il numero di morti premature causate dalle polveri sottili.

Bene, rapportiamo questi dati alla vicenda di Cà del Bue e dell’assurdo veneto che ha bloccato la costruzione di nuovi termovalorizzatori in nome di una falso ambientalismo utile soltanto a premiare i nimby e quei politici che li inseguono pur di avere un voto in più: è chiaro che respiriamo un’aria di merda, ricca di ossidi di azoto e polveri sottili. A Brescia – scelta non a caso perchè è simile a Verona ed ha uno dei migliori termovalorizzatori al mondo in funzione – il dato di base degli ossidi di azoto è di 44/70 microgrammi per metro cubo; le polveri sottili 39/54.

Ebbene sapete quel è il dato di emissione dell’inceneritore di A2A (società quotata in Borsa, controllata da un’infinità di enti statali, regionali e locali, sanitarie ecc ecc..): 1,1 microgrammi come dato massimo di ossidi di azoto e 0,008 microgrammi di polveri sottili. Per un cittadino, insomma, è più salutare attaccarsi direttamente alla ciminiera dell’impianto dove c’è aria migliore di quella schifezza che butta nei polmoni ad ogni respiro!

L’impianto di Schio, che gode di una posizione geografica migliore rispetto a Brescia, ha dati ancora più interessanti: 0,06 microgrammi emessi contro i 21 di fondo per gli ossidi di azoto e 0,0006 contro 25 di fondo per le polveri sottili.

Certo, i vecchi inceneritori non erano efficienti come quelli attuali e inquinavano. Ma la tecnologia italiana è quella che ha realizzato l’impianto di Copenhagen dove la qualità dell’aria di fondo è migliore della nostra, dove i cittadini usano le biciclette per spostarsi, usano l’energia elettrica prodotta dalle pale eoliche e non si lamentano se davanti alla Sirenetta si vedono impianti che producono ricchezza. Volete mettere Copenhagen con le “bellissime e salubrissime” periferie urbane venete?

Certamente, i danesi sono tutti coglioni e non capiscono, invece, il “nostro” vantaggio nel prendere le proprie immondizie, spendere per mandarle in giro per l’Europa, spendere per pagare il loro smaltimento e spendere per controllare con la polizia e l’esercito le discariche abusive e reprimere la criminalità organizzata che campa di rifiuti e spendere il costo necessario a garantire lo spegnimento degli incendi delle discariche abusive. No, i coglionazzi preferiscono avere strade pulite senza rifiuti, aria pulita, tele-riscaldamento delle case a basso costo e conti pubblici in ordine.

Ecco, quando leggete di Cà del Bue, dei comitati contro ogni opera pubblica, pensate ai danesi e a quanto fessi sono loro e i loro politici…

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