(di Stefano Tenedini) Nient’altro che una semplice delibera dell’Ivass, un atto autorizzativo di routine che stava quindi passando del tutto inosservato. Ma è bastato che contenesse poche parole come “Cattolica”, “Genertel”, “fusione” e soprattutto “trasferimento” per far scattare qualche allarme a Verona nella rete agenziale, tra i dipendenti e perfino tra gli ex azionisti, molto attenti ai segnali che a loro dire potrebbero sottendere una strategia di Generali diversa da quella annunciata all’epoca dell’Opa e più volte confermata.

E abbastanza da suggerire all’amministratore delegato e direttore generale di Cattolica, Samuele Marconcini, di scrivere una lettera agli agenti per ribadire che l’integrazione con il gruppo triestino procede come stabilito e non sono ipotizzabili soprese e tantomeno rivoluzioni. Ma andiamo per ordine, partendo proprio dal provvedimento adottato dall’Istituto di vigilanza per le assicurazioni e firmato martedì 28 narzo dal presidente Luigi Federico Signorini. Si tratta dell’autorizzazione, prevista da norme e regolamenti del settore, “alla fusione per incorporazione di Genertel SpA in Società Cattolica di Assicurazione SpA” e delle conseguenti modifiche statutarie. Ivass riepiloga la vicenda richiamando la lettera del 5 dicembre 2022 con cui le due società avevano presentato “istanza congiunta di autorizzazione alla fusione per incorporazione” appunto di Genertel in Cattolica.

Samuele Marconcini AD Cattolica
Samuele Marconcini, amministratore delegato di Cattolica
Cattolica agenzie
Confermata l’indipendenza della rete delle agenzie Cattolica

Signorini aggiunge che “avuto presente l’esito dell’istruttoria si accerta la sussistenza dei requisiti per l’autorizzazione alla fusione”. E conclude sottolineando che “ai sensi della normativa l’Istituto autorizza la fusione per incorporazione e approva il nuovo testo dello statuto sociale dell’impresa incorporante che, a esito della fusione, prevede la variazione della denominazione sociale in Genertel SpA e il trasferimento della sede legale a Trieste”. Con questa e altre due autorizzazioni decise dell’Ivass compie nuovi passi avanti il processo di integrazione di Cattolica in Generali, che va avanti dalla fine del 2021. Il via libera riguarda infatti anche la scissione parziale di alcune aree funzionali di Cattolica verso Generali Italia (già annunciata nelle scorse settimane e in programma dal luglio prossimo) e sul versante triestino la fusione per incorporazione di Generali Business Solutions sempre in Generali Italia.

Le motivazioni sono state più volte messe sul tappeto, e a oggi non risultano variazioni rispetto al piano di integrazioni che possano far temere chissà quali vulnus a danno di Lungadige Cangrande. Anzi, si conferma indirettamente che la società viene considerata una delle sedi operative, alla stregua di Mogliano Veneto, Milano e della stessa Trieste. Integrazione e semplificazione (anche alla luce delle inevitabili sovrapposizioni di aree e funzioni seguite alla fusione) sono alla base delle scelte di Generali.

Lo stesso Marconcini aveva recentemente confermato ai coordinamenti sindacali del gruppo come “le specificità di Cattolica e la sua peculiarità territoriale siano state approfondite e valutate da Generali che per la prima volta nella storia recente ha inteso costituirne un’apposita divisione”. In quest’ottica globale di riorganizzazione anche il passaggio di Cattolica in Genertel, secondo altre fonti interne a Lungadige Cangrande, è considerato “probabilmente funzionale” anche a trasmettere a Genertel le autorizzazioni ministeriali ora in capo a Cattolica e riguardanti diversi – ma sovrapponibili – rami di business.

Ma anche con questa linea chiara e periodicamente ribadita è pressoché inevitabile che le controverse vicende di Cattolica negli anni precedenti all’Opa Generali scatenino ancora dubbi e prefigurano scenari drammatici per la permanenza della sede, l’occupazione, il business e la rete agenziale che è il patrimonio di ogni compagnia. Per questo Marconcini due giorni fa, subito dopo la diffusione delle autorizzazioni di Ivass, ha trasmesso agli agenti una nota che riepiloga ulteriormente la situazione a oggi. “Ivass ha autorizzato una serie di semplificazioni societarie previste dal gruppo”, esordisce. “Vi scrivo per confermare che nulla cambia per Cattolica rispetto a quanto Generali ha sempre dichiarato. Cattolica resterà il nostro brand e diventerà una divisione di Generali Italia”.

“Il marchio Cattolica, un grande e importante valore della compagnia grazie all’eccellente lavoro della nostra rete agenziale che”, ribadisce, “rimarrà indipendente, resterà quindi sul mercato e continuerà a offrire i nostri prodotti e servizi a tutti i clienti. Con l’autorizzazione dell’Ivass è corretto dire che la società Cattolica confluisce in Genertel, ma solo per permettere una coerente semplificazione societaria al Gruppo”.

“Cattolica, con la sua presenza capillare su tutto il territorio nazionale, continuerà a sviluppare il proprio business tradizionale, oltre a un focus sui settori distintivi come agricoltura, enti religiosi e terzo settore, quale divisione autonoma di Generali Italia. Sono sicuro”, prosegue rivolto agli agenti, “che tutti voi saprete rispondere, come avete sempre fatto, alle sfide che il mercato ci porrà di fronte. Noi siamo Cattolica e abbiamo un grande valore riconosciuto da tutti: famiglie, imprese e comunità. Sono certo lo dimostreremo anche in questa occasione, come si evince dall’impegno e dai risultati in questa prima fase di integrazione”.

Le stesse linee di indirizzo Marconcini le aveva già illustrate al sindacato, dicendo tra l’altro che “a regime la divisione Cattolica comprenderà da un lato la business unit Enti religiosi e terzo settore, ambito nel quale la compagnia ha un consolidato posizionamento strategico. E dall’altro lo sviluppo del portafoglio dedicato al settore agricoltura, che grazie alle sinergie con il gruppo Generali renderà ancora più elevata la già buona offerta sul mercato. Oltre agli altri rami di cui si occupa già ora, la divisione Cattolica vedrà nella propria organizzazione anche un’area marketing a supporto della rete agenziale che rimarrà anch’essa autonoma, e la prosecuzione in “contratto di servizio” delle attività legate alla bancassicurazione, fino alla loro scadenza”.