«Non siamo ingenui sentimentalisti e se ci siamo lanciati in questa sfida è perché siamo sicuri che la birra Pedavena abbia tutti i numeri per continuare la sua centenaria scalata nelle preferenze degli italiani».
Il veronese Giovanni Leondini (nella foto), presidente della Castello spa di San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine (capacità produttiva a pieno regime, un milione di ettolitri annui di birra), è il nuovo “patron” della storica birra Pedavena, un marchio che tutta la nazione conosce fosse anche solo per il fatto di essere il più antico d’Italia. [//] Sorto 109 anni fa alle falde delle Dolomiti per opera dei fratelli Luciani, lo stabilimento era stato acquistato dalla Heineken che dopo trent’anni, nel settembre del 2005, lo aveva definitivamente chiuso. A fare valere la storia e la produttività del sito che non solo era in attivo, ma produceva per il gruppo olandese birre di alta qualità, un esercito tra dipendenti, simpatizzanti, sostenitori, da tutto il mondo.
La trattativa di vendita non poteva concludersi meglio secondo Leondini che da cinquant’anni respira l’aria dei birrifici e dall’acquisizione dello stabilimento feltrino si aspetta tanto, ma con moderazione.
«Nonostante l’entusiasmo e il forte battage mediatico sorto attorno alla chiusura dello stabilimento e alle vicende legate alla vendita è evidente che non ci nascondiamo dietro a un dito: le difficoltà, ma siamo sicuri di poterci riuscire nell’impresa.
All’inizio la produzione sarà limitata e sappiamo che il marchio Pedavena dovrà conquistarsi il suo spazio in un mercato molto competitivo. Prioritaria in questo momento è l’esigenza di far girare gli impianti per garantire l’occupazione. Partiamo quindi da ettolitri zero per costruire a poco a poco il volume totale.Il business plan non spazia oltre i due anni, iniziando dall’apertura dello stabilimento tra i primi e la metà di aprile. L’etichetta rimarrà quella tradizionale come lo storico marchio Pedavena. All’appuntamento riminese di Pianeta Birra dal 4 al 7 febbraio prossimi presenteremo dunque i due marchi in maniera distinta: Castello e Pedavena. Quest’ultimo deve seguire la sua strada e il suo rilancio».
«In primavera la riapertura con la manutenzione, l’avvio degli impianti e tutte le procedure che porteranno, speriamo già ai primi di maggio al confezionamento della prima bottiglia – dice Davide De Martini Bonan, delle rappresentanze sindacali -. Si comincerà con 150 mila ettolitri (per comprendere le potenzialità della forza lavoro e dei macchinari basti ricordare che nel 2003 la produzione dello stabilimento Pedavena era stata di 663.000 ettolitri), ma questo è appunto solo l’inizio. Apprezziamo l’equilibrio e la serietà della Castello il cui prudente piano industriale è garanzia di una programmazione altamente professionale. Subito sarà assunta una ventina di dipendenti e almeno altri venti nell’arco di un anno».
A sostenere fin dalle prime ore l’iniziativa della comunità feltrina, insieme ai sostenitori italiani ed esteri, anche l’on. Maurizio Sacconi, sottosegretario del Ministro del Lavoro e del Welfare Roberto Maroni, presente all’incontro romano che ha visto la partecipazione oltre che dei vertici del Gruppo Heineken e di Castello, dei rappresentanti della Regione Veneto e delle amministrazioni locali.

L’Adige, 21 Gennaio 2006, pag. 4