Il Chievo punta su Emanuele Giaccherini per ritrovare sprint in campionato. Oggi la presentazione a Veronello.
«È stata una trattativa lunga ed estenuante – commenta il presidente Luca Campedelli -. Lui ci ha aspettato fino alla fine. Sono contento che sia qui. Spero che fra sei o sette anni sia ancora al Chievo».
Il giocatore è apparso entusiasta della scelta: «Scelto Chievo perché mi ha voluto di più. Visto nel presidente, nel direttore, nel mister tanta fiducia. Ora tocca a me ripagare la fiducia che mi hanno dato. E’ un po’ che non gioco e mi metto a disposizione per fare tutto il necessario per raggiungere la salvezza. La voglia è tanta. Mi sembra di rifare l’esordio in serie A, come un bambino che gioca per la prima volta. Cercherò di portare tanto entusiasmo e determinazione che mi hanno permesso di arrivare a tanti livelli.Sono stato molto colpito dall’ambiente Chievo. Centro sportivo molto bello, grande organizzazione, presidente che non fa mancare nulla, un gran gruppo. A Napoli sono arrivato dopo un europeo giocato da protagonista e mi aspettavo un percorso diverso. Mia caratteristica è di sapersi adattare a diversi ruoli: fatto mezzala negli anni più belli, anche trequartista ed esterno. Non è un problema. Mi piacciono le responsabilità. Se no potevo stare a Napoli altri sei mesi in panchina. Se dimostrerò di essere adatto alla squadra tutto verrà di conseguenza. Spero di stare qui più a lungo possibile, di finiture la carriera in gialloblù. Spero di di rigenerarmi e vivere una seconda giovinezza. Ora c’è la sfida con Atalanta, squadra che mette in difficoltà tutti. Affronteremo un avversario difficile ma che può lasciare anche qualche possibilità. Non dobbiamo andare a Bergamo sentendoci battuti. Possiamo metterli in difficoltà. Mi sono sempre allenato bene. E’ logico che il ritmo partita è un’altra cosa, ma se il mister decide di farmi giocare sono pronto. La nazionale? C’è sempre la speranza ma il mio cammino in azzurro è difficile che riprenda perché è giusto lasciare spazio ai giovani. La mia priorità è far bene qui».