Verona è la città più popolosa e dinamica del Veneto, tra le poche a livello nazionale in cui si registra una sostanziale crescita demografica, in netta controtendenza. Se da un lato l’aumento della popolazione colloca Verona in una posizione di rilievo, dall’altro viene da porsi un interrogativo strategico: come progettare il futuro per la città, il territorio e i suoi abitanti? E qual è il ruolo che le costruzioni possono avere in uno scenario che richiede un cambio di paradigma improntato alla sostenibilità ambientale?

Se ne è discusso all’Assemblea Generale delle Imprese Associate dell’Associazione Costruttori Edili, nell’ambito della quale è stato presentato lo studio “Verona 2040 – Scenari strategici per lo sviluppo di Verona e del suo territorio”, commissionato da ANCE Verona e Confindustria Verona al Cresme, proprio con l’obiettivo di fornire una visione di sviluppo di lungo termine, che consenta alla Politica e alle imprese di programmare le rispettive attività in modo coerente e condiviso. Una fotografia del presente che fornisce molte informazioni per capire meglio in che direzione andare secondo una logica del fare sistema.

“Siamo in una fase di forte rilancio. – ha tenuto a sottolineare Carlo Trestini, presidente di ANCE Verona (a sinistra nella foto assieme a Gabriele Buia, Ance Italia, e Carlo Ghiotti, Ance Veneto) – Il comparto abitativo sta crescendo addirittura del 14%. Quello che non è stato fatto in quarant’anni lo stiamo facendo ora: innovazione, ricerca, introduzione di tecniche nuove che stanno rivoluzionando il settore delle costruzioni. Ed è per questo che è importante fare cultura e appropriarsi di un nuovo modello di gestione delle imprese. Il sistema Verona, come si vede dai numeri analizzati, sta rispondendo bene. Noi però dobbiamo crescere anche come rete di imprese, consolidare la capacità finanziaria. Più della metà dei miliardi destinati al Recovery Fund riguardano il mondo dell’edilizia. Dobbiamo saperli usare bene”.

L’indagine mette in relazione Verona con gli scenari macroeconomici internazionali, per valutare l’opportunità di instaurare rapporti di partnership e condivisione con territori limitrofi, superando logiche strettamente provinciali. Di Città e Provincia si sono analizzate la posizione geografica, il sistema produttivo, le dotazioni infrastrutturali, la capacità demografica e molte altre caratteristiche, valutando punti di forza e di debolezza, al fine di determinare su quali elementi intervenire. Per prendere spunto da progetti virtuosi di sviluppo già intrapresi e in alcuni casi conclusi, inoltre, sono state prese in esame anche le città che potrebbero porsi in concorrenza con Verona, sia in Italia che all’Estero. Grande attenzione è stata poi riservata all’analisi del sistema infrastrutturale e alla qualità della vita di chi abita nel territorio, con un focus sulla sostenibilità ambientale e sulla qualità dell’aria e dell’acqua. Temi che richiedono innovazione e su cui Verona deve continuare a lavorare per preservare un territorio fragile.

 Un’economia forte che consente di avere una visione di futuro, senza il quale i giovani e non solo tendono a spostarsi alla ricerca di luoghi che offrono loro maggiore sicurezza e stabilità. – ha sottolineato Carlo Trestini – L’obiettivo deve essere quello di una crescita sia in termini demografici ed economici, sia di dimensioni del nodo strategico-infrastrutturale, attraverso un modello di sviluppo sostenibile, in grado di risolvere le criticità ambientali che caratterizzano il nostro territorio. Le risorse non mancano, ma bisogna mettersi al più presto all’opera su progetti e idee condivise”.

Dopo un drammatico 2020 all’insegna della crisi pandemica che ha portato a un blocco sostanziale dei cantieri e delle costruzioni, si stima che nel 2021 il settore sarà interessato da una crescita del +8,6% dei livelli produttivi, trainato principalmente dal comparto del recupero abitativo (+14%) e da una graduale ripresa dell’attività sia nell’ambito non residenziale privato (+5%) sia in quello pubblico (+7,7%).

Un’opportunità di grande importanza è quella rappresentata dal Superbonus 110%, misura fiscale introdotta la primavera scorsa e per la quale Ance sta chiedendo da mesi una proroga fino al 2023, per consentire allo strumento una piena efficacia. Secondo i dati ENEA-Mise al 1° luglio 2021 gli interventi legati al Superbonus a livello nazionale sono stati 24.503 per un ammontare corrispondente di quasi 3,5 miliardi di euro. La maggior parte degli interventi riguarda edifici unifamiliari e unità immobiliari indipendenti. Anche i cantieri sono progressivamente ripartiti e il Veneto è al secondo posto dopo la Lombardia sia per numero di interventi avviati che per importo dei lavori con una media di 105 mila euro. I grandi assenti sono i condomini, ovvero gli edifici che avrebbero più bisogno di sfruttare tale misura per migliorare sia l’aspetto energetico che sismico. E il momento è particolarmente propizio dato che Regione Veneto ha da poco riclassificato sismicamente tutto il territorio e a Verona nessuno dei 98 Comuni risulta collocato in Zona sismica 4, la meno pericolosa, con la possibilità di ricorrere alle agevolazioni legate agli interventi di miglioramento sismico, tra cui il Supersismabonus Acquisti. 

Il settore costruzioni è anche al centro del PNRR la cui approvazione è stata accolta positivamente dall’Associazione: 108 miliardi di euro sui 222 previsti saranno destinati a investimenti di carattere edilizio, ma sottolinea il presidente Trestini “è importante rafforzare alcune misure per garantire l’efficacia del piano di investimenti”.

Infine, se da un lato i cantieri ripartono, resta il problema dell’aumento indiscriminato del costo dei materiali: secondo le rilevazioni di ANCE da novembre 2020 il ferro è aumentato del 230%, il polietilene circa del 130%, il PVC del 70%, il rame del 47%.

“Con questo Governo stiamo dialogando in maniera proficua. – ha dichiarato Gabriele Buia, presidente di ANCE nazionale – “Proprio in questi giorni è stata approvata la norma per le compensazioni dell’aumento dei prezzi dei materiali negli appalti pubblici, inserita, anche grazie alle pressioni di ANCE, nel decreto Sostegni-Bis la cui approvazione definitiva è attesa entro 24 luglio in Senato. Sono soddisfatto per quanto ottenuto, è un risultato molto importante anche se resta da risolvere il nodo sul fronte privato”.

Secondo i dati forniti da Cassa Edile Verona, ad aprile 2021 si registra un deciso miglioramento. Da un raffronto tra il 1° quadrimestre 2021 e il 1° quadrimestre 2019, risulta infatti che: le masse salari segnano un +12,28% (2020 -5,50% rispetto al 2019) e una crescita del +9,60% (2020 -6,82% su 2019) delle ore denunciate. E a salire è anche il numero di imprese iscritte alla Cassa Edile: +10,15% (2020 +4,15% su 2019) così come il numero dei lavoratori iscritti, +13,51% (2020 +5,66% su 2019).