Ennesima aggressione subita dal personale sanitario venerdì sera al Pronto Soccorso di Borgo Trento.  Intorno alle ore 19 due magrebini giunti che presentavano lievi ferite, sono stati presi in carico dal personale infermieristico per le dovute cure. La situazione era già complicata a causa del rallentamento dei tempi di attesa dovuto al blocco del sistema informatico avvenuto nel pomeriggio.

Dopo che i due utenti sono stati presi in carico dal personale la situazione è degenerata in un’aggressione  con calci e pugni agli infermieri che li assistevano. I sanitari del Pronto Soccorso sono riusciti a gestire l’emergenza senza gravi traumi, anche perché il servizio di vigilanza della Polizia era terminato alle 16 (!?).

Violenza al Pronto Soccorso di Borgo Trento. L’arresto non basta

A seguito dell’aggressione, le forze dell’ordine sono intervenute prontamente arrestando i colpevoli in flagranza di reato, grazie all’applicazione del recente decreto-legge 1° ottobre 2024 voluto dal governo che introduce misure più severe contro le aggressioni al personale sanitario.

Questa come tutte le altre aggressioni a medici e infermieri che si stanno verificando su tutto il territorio nazionale oltre a dimostrare un preoccupante degrado della situazione della sicurezza in Italia, aumentano i timori per la sicurezza degli operatori sanitari che continuano a vivere sotto la costante minaccia di nuovi episodi di violenza.

«Non possiamo più accettare una situazione simile», commenta Stefano Gottardi, Segretario Generale di Uil Fpl Verona. «Abbiamo assistito a un’aggressione inaudita: mani al collo, calci e pugni al personale sanitario che stava semplicemente svolgendo il proprio lavoro di assistenza. È inaccettabile che gli operatori sanitari debbano fare i conti con atti di violenza mentre forniscono un servizio essenziale alla comunità».

Violenza al Pronto Soccorso di Borgo Trento. L’arresto non basta

La Uil Fpl Verona ha immediatamente sollecitato un intervento urgente alla Direzione Aziendale, chiedendo di rafforzare la presenza delle forze dell’ordine all’interno dei Pronto Soccorso cittadini

È stata inoltre richiesta l’adozione di un protocollo operativo per la gestione degli atti di violenza fisici e verbali ai danni degli operatori sanitari, con una presa in carico adeguata delle vittime.

«È inconcepibile – aggiunge Gottardi- che, ancora oggi, quando un operatore sanitario subisce un’aggressione, il suo unico strumento per segnalarla sia l’invio di un fax. Un episodio di violenza rimane così solo un dato statistico, senza alcun riscontro concreto in termini di supporto o prevenzione. I danni fisici sono solo la punta dell’iceberg: i disturbi da stress post-traumatico, se non trattati, portano inevitabilmente al burnout. Alcuni dei nostri colleghi si vedono costretti a ricorrere a supporto psicologico a proprie spese, mentre le istituzioni sembrano non rispondere con adeguate misure di tutela».

La Uil sottolinea che in un contesto già difficile per la sanità pubblica, segnato dalla carenza di personale e dalla necessità di sviluppare strategie efficaci per trattenere i professionisti nel Sistema Sanitario Regionale, la violenza sui luoghi di lavoro è un segnale preoccupante di una situazione che sta degenerando

Sul gravissimo episodio di violenza interviene anche il Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Callisto Bravi.

“I due infermieri colpiti venerdì da 2 pazienti sono tornati regolarmente in servizio e i responsabili dell’aggressione, fortunatamente, arrestati in flagranza di reato dalla Polizia. Cominciamo a vedere gli effetti della nuova normativa a difesa dei sanitari, ma ciò non toglie che in alcun modo si possono tollerare azioni di questo tipo nei confronti di chi sta svolgendo il proprio compito in prima linea nell’emergenza-urgenza”.

“Come è noto, l’utenza più problematica è nei Pronto Soccorso e nelle Psichiatrie – aggiunge Bravi -, ma in Aoui non sottovalutiamo nessun episodio contro i sanitari perché non devono far parte dei rischi del mestiere di medico, infermiere, Oss e amministrativi. Per questo siamo da tempo attivi con molte misure per la difesa personale dei dipendenti. Dalle telecamere alla formazione del personale, fino al protocollo interno per assistere i dipendenti nelle denunce in caso di aggressioni.

Aggressione pronto soccorso

Il nostro dipartimento del Personale sta anche valutando alcuni nuovi strumenti presenti sul mercato, ma al momento non sono ancora state trovate soluzioni apprezzabili. Aggiungere modalità innovative di difesa personale è nostra intenzione e siamo aperti alle proposte e alla collaborazione con i rappresentanti sindacali, purché si tratti di soluzioni realizzabili e nel rispetto delle normative di tutela della privacy. Ringrazio la Polizia che è prontamente intervenuta potendo così applicare la flagranza prevista dalle recenti disposizioni normative”.     

L’aggressione doveva essere prevenuta

Impossibile, a margine di quanto accaduto venerdì al Pronto Soccorso di Borgo Trento, non rimanere stupiti che alle 16 il servizio di vigilanza della Polizia fosse già terminato. C’è da rimanere allibiti che solo si possa anche solo concepire che la presenza della Polizia in un luogo pubblico così sensibile come il Pronto Soccorso possa essere limitata a qualche ora al giorno. Vista la situazione il servizio di vigilanza dovrebbe essere in tutte le 24 ore! Se poi, come si continua a dire, non ci sono abbastanza poliziotti, o si provvede ad assumerne in numero sufficiente oppure la Direzione Generale dell’Aoui di Verona deve provvedere a dotarsi di un servizio di vigilanza privato. Anche la sola presenza di personale in divisa e armato può essere un buon deterrente per i violenti e i malintenzionati.