Certo col Milan un punticino avrebbe fatto comodo. Muovere la classifica quando si naviga nelle zone basse va sempre bene. Ma con il Milan il Verona non ce l’ha fatta. Ha preso un gol in uno dei rari tiri in porta degli ospiti, una squadra in crisi, per di più contestata dai suoi stessi tifosi. Le condizioni per battere il Diavolo o per pareggiare c’erano tutte. 

Anche perché al Bentegodi è scesa in campo una squadra diversa da quella vista nelle ultime gare, Parma esclusa. Una squadra ordinata, corta, grintosa, attenta. Determinante il ritorno di Duda, un uomo di cui Zanetti non può fare a meno. Ma c’è da giurare che abbia avuto un’influenza importante il cambio di proprietà della società.

Col Milan una sconfitta che non fa male

Un altro Verona

Nell’alchimia che determina il rendimento di una squadra ci sono tante componenti. Tra queste l’assetto societario, che influisce sul senso di sicurezza dei giocatori. Un assetto incerto, il vendo-non-vendo degli ultimi mesi, le voci sulla trattativa in corso sicuramente non avevano stabilizzato la squadra. Da giovedì, ma forse i giocatori lo avevano annusato anche prima, s’è fatta chiarezza. La proprietà è passata nelle mani degli americani. Se questo sarà un bene o un male lo sapremo solo nel prossimo futuro.Per adesso di certo c’è che non sono sbarcati in riva all’Adige per andare in serie B e, se faranno degli investimenti, tra i quali il nuovo stadio, vuol dire che puntano ad avere una squadra almeno da metà classifica. 

Col Milan una sconfitta che non fa male

Non sappiamo quali discorsi siano stati fatti a Lazovic e compagni. Né quello che Sogliano ha detto a Zanetti e allo spogliatoio. Ma sicuramente tutti ora sanno di stare su una barca più solida Non avrebbe infatti alcun senso che il Fondo texano Presidio Investors abbia dato a Setti 40 milioni per poi svendere tutto e andarsene. Sarebbe, oltre che illogico, antieconomico.

Il 30 dicembre l’Hellas sarà a Bologna. Un’altra gara dura. Ma se gioca come con il Milan ogni risultato è a portata di mano.