Domenica 11 maggio una delegazione del centro politico-culturale L’Officina e del movimento civico Verona Azione ha depositato, con una semplice cerimonia, una corona di fiori in Via F.lli Govoni, in memoria delle decine di civili barbaramente assassinati nel maggio 1945 dai partigiani comunisti a guerra già finita.
Fratelli Govoni. Una macchia indelebile
La via, che si trova in borgo Milano, era stata intitolata alla Memoria dei 7 fratelli Govoni il 28 ottobre 1999 per iniziativa degli assessori e del Gruppo Consiliare di Alleanza Nazionale al Comune di Verona, alla presenza del senatore Paolo Danieli.
“La strage a Pieve di Cento, nel Bolognese – ha ricordato Massimo Mariotti, capogruppo di FdI al Consiglio comunale di Verona-, fu una delle pagine più truci della storia della resistenza, inserendosi in quel clima d’odio e vendette che ha caratterizzato il nord Italia dopo la fine della seconda guerra mondiale, in cui una parte politica, approfittando dello svolgersi degli avvenimenti in proprio favore, si è accanita spesso per motivi personali contro persone innocenti, nascondendosi dietro pretestuose accuse di connivenza con il regime fascista. È doveroso ricordare queste vittime assassinate tra atroci sofferenze”.
“Oltre ai sette fratelli Govoni – continua la nota di Massimo Mariotti-, tra i martiri troviamo anche alcune donne; tutti vennero spogliati della propria dignità, privati degli affetti personali, picchiati a sangue e strangolati fino a morire. I responsabili sono rimasti impuniti: fatti fuggire in Cecoslovacchia, si videro inoltre annullate le condanne per merito di successive amnistie.”
E conclude che “di fronte alle violenza e alle crudeltà subite, di fronte alla mancata giustizia e contro l’oblio storico della sinistra che mira a nascondere questa pagina buia della resistenza, è doveroso continuare a ricordare questi martiri, tra cui militari del Regno del sud, preti ed esponenti politici democristiani, affinché il ricordo per queste vittime non venga mai meno.”