(di Orazio Albanese) Marco Rizzo di sinistra se ne intende. E’ stato del Partito Comunista e di Rifondazione.
E dato che il Referendum dell’8 giugno è un’iniziativa della sinistra, in particolare della Cgil e del Pd, ci si poteva aspettare che li appoggiasse. Invece, sorpresa. Rizzo invita a disertare i referendum degli ex-compagni, segnando ancora una volta una posizione autonoma, che supera gli steccati destra/sinistra alla ricerca di una nuova sintesi che interpreta la realtà per quella che è, e non più secondo paradigmi vecchi più di 2 secoli.
E lo fa rimarcando il fatto che i referendum di giugno sono promossi da coloro che hanno tradito la classe lavoratrice. Quando governava, la “sinistra”, ha approvato tutto il peggio che si poteva fare per precarizzare e privatizzare il mondo del lavoro, ed il sindacato concertativo è stato complice.
“Adesso -continua- per motivi di mero opportunismo politico, propone dei referendum sulle stesse leggi che essa stessa hanno approvato. La Cgil, succedaneo del Pd, ha come obiettivo prioritario l’aumento dell’immigrazione e quindi dell’esercito industriale di riserva”.

E dalla sinistra prende anche le distanze sull’immigrazione, spiegando che i “minimi” cambiamenti del mercato del lavoro che propongono, dopo aver distrutto tutto l’architrave dei diritti del lavoro, sono uno “specchietto per le allodole”, volto a far approvare invece la norma dell’allargamento della cittadinanza per gli immigrati.
“Una norma – afferma Rizzo- che nulla ha a che fare con la tutela dei lavoratori, e che riduce da 10 a 5 anni il periodo di residenza per gli stranieri per ottenere la cittadinanza italiana. Estensione che danneggia la classe lavoratrice italiana, in quanto favorisce l’aumento dell’immigrazione allargando a dismisura i numeri dell’esercito industriale di riserva che ha, questo sì, l’obiettivo di ridurre, se non azzerare, i diritti dei lavoratori autoctoni, scatenando vere e proprie guerre tra poveri”.
E fa anche un esempio: “l’aumento dell’offerta di lavoro (soprattutto se tra persone che accettano tutele contrattuali molto basse) fa diminuire i salari, perché i datori di lavoro possono scegliere di assumere il lavoratore meno costoso”.
Quindi ricorda che i sindacati, Cgil in testa, quando potevano battersi seriamente contro la precarizzazione del mondo del lavoro, contro l’abolizione dell’articolo 18 e l’introduzione del Jobs Act, non ha fatto letteralmente nulla se non uno sciopero di 4 ore.
“I sindacati concertativi -dice Rizzo- oggi servono solo ai sindacalisti, non certo ai lavoratori”.
Referendum. Non andate a votare!
Per tutti questi motivi Marco Rizzo ed il suo movimento “Democrazia Sovrana e Popolare” si adopereranno affinché non si raggiunga il quorum per questi referendum, invitando a non andare a votare praticando un’astensione attiva e militante.
“I diritti dei lavoratori – conclude- si ottengono con lotta, non con referendum voluti da chi le lotte le ha affossate ed ha tradito la classe lavoratrice.